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1 Maggio 2024L’Eurozona esce dalla recessione con un rimbalzo migliore del previsto nel primo trimestre, trascinata dalle sue maggiori economie. A cominciare dalla Germania, che torna alla crescita.
Tra gennaio e marzo, secondo la stima flash diffusa ieri da Eurostat, il Pil è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente sia nella zona euro che nella Ue a 27; l’incremento annuo è rispettivamente dello 0,4 e dello 0,5 per cento. Si tratta di una crescita superiore alle attese degli analisti, che si stimavano un +0,2 per cento. Ed è un dato che segna un’uscita più rapida del previsto dalla recessione vissuta dall’Eurozona nella seconda metà del 2023, una vera e propria recessione tecnica se si considera che – il dato è stato rivisto al ribasso proprio ieri – anche nel quarto trimestre il Pil si era contratto dello 0,1 per cento.
Tra le grandi economie, la performance più brillante è quella registrata dalla Spagna, con un incremento del Pil dello 0,7% congiunturale trainato dalla crescita della domanda interna ed estera, ma a pesare in maniera considerevole è naturalmente il +0,2% della Germania: un netto incremento dalla flessione dello 0,5% registrata dalla maggiore economia dell’Eurozona nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. E in questo caso, a spingere il prodotto interno lordo sono stati soprattutto export e investimenti nel settore delle costruzioni, favoriti da un clima invernale insolitamente mite. Meglio del previsto sono andate però anche l’Italia (si veda l’articolo in pagina) e la Francia, seconda economia, che ha pure registrato un incremento trimestrale dello 0,2%, grazie alla ripresa dei consumi e degli investimenti delle imprese.
Nella zona euro sono cresciuti comunque tutti i Paesi che costituiscono il campione di Eurostat e l’incremento complessivo del Pil è il maggiore dal terzo trimestre del 2022. Sul prosieguo dell’anno gli analisti rimangono tuttavia in prevalenza cauti, nonostante la partenza lanciata. «La dinamica del primo trimestre potrebbe ancora sovrastimare la forza della graduale ripresa di quest’anno», per Alexander Valentin, economista senior di Oxford Economics, che si aspetta «una certa moderazione del ritmo di crescita nel secondo trimestre». L’Fmi nell’ultimo outlook ha previsto per l’Eurozona una crescita dello 0,8% quest’anno e dell’1,5% nel 2025.
Molto dipenderà anche dalla frenata dell’inflazione e dall’atteso allentamento della politica monetaria della Bce. I dati diffusi sempre ieri da Eurostat hanno rilevato nell’Eurozona un’inflazione stabile al 2,4 ad aprile, ma l’indice core (che esclude alimentari ed energia) ha continuato a scendere, dal 2,9% di marzo al 2,7 per cento.