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2 Maggio 2024Toscana, novantaduemila famiglie in povertà assoluta
2 Maggio 2024L’operazione dei carabinieri di Piombino: nove arresti. I migranti venivano prelevati dal Cas di Piombino e portati a lavorare dieci ore al giorno per pochi spiccioli. I racconti: «Dovevo lavorare per mandare i soldi a casa»
Di racconti del genere — in questa inchiesta che ha portato in carcere nove pakistani, residenti tra Grosseto e Siena mentre un decimo è ricercato all’estero — sono fitte le pagine dell’ordinanza. La Procura — che ipotizza, a vario titolo, i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro — le ha raccolte tra le carte dell’inchiesta. «Devo andare a lavorare perché ho necessità di spedire i soldi a casa: i miei genitori sono malati. In un anno e mezzo ho spedito mille euro», dice una delle vittime che aveva sì un contratto regolare ma che spesso doveva chiedere i soldi, anche se era sottopagato. A scoprire questa realtà sono stati i carabinieri che — dal maggio scorso — si sono messi a controllare il gruppo di pakistani finiti sotto inchiesta: sei sono titolari di ditte, altri quattro sono gli «autisti». Quelli che andavano a prelevarli al CAS, risultato estraneo all’inchiesta, come poi è risultato anche dai droni che i carabinieri hanno usato per filmare le angherie. Tutto per i soldi da spedire alle rispettive famiglie. Soldi che spesso non arrivavano: «Sono trascorsi due mesi e siamo al terzo mese. Per favore mandi i soldi ai ragazzi?», chiede uno degli ospiti del CAS che un gruppo di indagati impiegava per controllare i «dipendenti».
Stipendi da fame: si andava dai 97 centesimi a 7 euro l’ora. Per dieci ore di fila. «Ho acquistato un paio di scarpe robuste in un negozio di cinesi a Follonica», mette a verbale una delle vittime quando gli chiedono quali strumenti di lavoro fossero forniti ai dipendenti che non erano sottoposti a visita medica. L’alternativa erano sì scarpe più robuste «ma se le volevamo ci avrebbero trattenuto 30 euro sulla busta paga», racconta un’altra delle vittime. «Poveretti, hanno smesso di lavorare: sta piovendo e non hanno nessuna attrezzatura», spiega al telefono il titolare di un’azienda agricola al titolare di una ditta, che è intercettato.
Impiegati nella raccolta delle olive e dei pomodori o anche nelle pulizie delle vigne tra le campagne della provincia di Grosseto e di Livorno, avevano solo un obiettivo: produrre. «Non possono fare pausa, digli che possono prendere 10 minuti per pranzare», dice — intercettato — uno degli indagati ai quali i carabinieri hanno sequestrato 45 mila euro come versamenti Inps non pagati. E se «questo lavoro è venuto male è perché hanno già lavorato 10 ore, domani vediamo come lavorano, altrimenti ne chiamiamo altri», dicono gli indagati al telefono. «Se mi chiamano i carabinieri gli dico tutto, che non mi danno l’acqua e che non mi danno da mangiare, vengono a prendermi alle cinque del mattino e mi riportano alle otto di sera», si sfoga una delle vittime. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, plaude all’operazione dei carabinieri. Il Governo si scontra con opposizione e sindacati anche su questo tema. Nessuno che si preoccupi di parlare con chi è stato sfruttato.