Ondata di patti di desistenza per fermare l’estrema destra: 218 candidati rinunciano a correre Per Rn la maggioranza assoluta diventa un’impresa. La leader: pronti a governare comunque
dalla nostra corrispondente
PARIGI — Per effetto dei patti di desistenza, Marine Le Pen vede sfumare la maggioranza assoluta di seggi (289 deputati). Secondo alcune stime che circolano tra i macronisti, il Rassemblement National potrebbe non ottenere più di 260 deputati, scendendo fino a 220 nell’ipotesi minima. La coalizione delle sinistre oscilerebbe tra 150 e 170 seggi. E a sorpresa il blocco centrale, dato per scomparso, avrebbe comunque tra 100 e 130 seggi. Sono stime ancora non ufficiali, fatte circolare dalla maggioranza uscente per confermare la bontà della strategia di Emmanuel Macron che ha imposto la linea della desistenza a favore della sinistra nelle triangolari (tre candidati qualificati) che domenica avrebbero matematicamente favorito il Rassemblement National.
Il “fronte repubblicano” – gli accordi tra partiti che nei decenni hanno sbarrato la strada all’estrema destra – è improvvisamente resuscitato: 218 candidati qualificati per il secondo turno di domenica hanno deciso di ritirarsi quando erano in terza posizione. Da oltre trecento triangolari previste, ce ne saranno meno di cento (95). Il resto delle sfide per i seggi dell’Assemblée Nationale sono 403 ballottaggi (e due quadrangolari). Il sacrificio più grande è venuto dalla sinistra, con 127 candidati del Nuovo Fronte Popolare che ieri sera, termine ultimo per depositare le liste, si sono fatti da parte chiamando a votare per la lista Ensemble del blocco centrale. Meno scontata e compatta la scelta nel blocco centrale, dove Macron è stato contestato da diversi ministri per aver allargato la desistenza anche a gran parte dei candidati della France Insoumise di Mélenchon. Ci sono ancora alcune eccezioni, come il macronista Loïc Signor, che resta candidato nella circoscrizione dell’Insoumis Louis Boyard. Alla fine, 81 candidati di Ensemble si sono ritirati dalle triangolari, per favorire la vittoria della gauche contro l’estrema destra.
Gli istituti di sondaggi stanno aggiornando le proiezioni di seggi ma continuano a invitare alla prudenza. Alle ultime legislative del 2022, molti istituti prevedevano tra 10 e 45 seggi per il Rn. Le Pen ne ha ottenuti il doppio. «Non avevamo intercettato la scelta di astensione di molti elettori macronisti senza un loro candidato al secondo turno. E il fatto che, tra quelli che votavano, la metà avrebbe scelto il candidato di Rn», ricorda Mathieu Gallard dell’Ipsos.
Una tendenza che potrebbe ripetersi. Secondo l’istituto Cluster17, la settimana scorsa oltre metà degli elettori centristi (58%) aveva intenzione di astenersi in caso di duello tra sinistra ed estrema destra. Solo il 30% era convinto a dare un voto per un candidato dell’alleanza di sinistra. E un 12 per cento è pronto a dare la scheda al Rn. Anche nell’elettorato della gauche, la voglia di astensione era forte (54%). Molti francesi potrebbero non rispondere alla chiamata al “voto utile”, o scegliere una risposta diversa da quella speratadalla loro famiglia politica. «Il fronte repubbliano si è ricostituito al livello degli apparati politici, è un fatto politico. Vedremo se lo sarà anche nel voto degli elettori», osserva Bernard Sananès, direttore di Elabe. La politologa Chloé Morin è scettica: «Il 75% dei francesi non vuole più seguire indicazioni di voti dei partiti».
«Oggi il vero fronte repubblicano siamo noi», risponde Jordan Bardella, presidente del Rn, dove si comincia a ragionare sulla possibilità di andare al governo anche con una maggioranza relativa. «Per esempio con 270 deputati», ha precisato ieri Le Pen, spiegando che il suo partito cercherebbe di attrarre deputati dai «vari partiti di destra, di sinistra, Républicains, che hanno espresso una vicinanza a noi in passato».
Intanto, la leader di Rn accusa Macron di voler fare un «colpo di Stato amministrativo». Secondo alcune voci, il capo dello Stato vorrebbe fare un’infornata di nomine pubbliche prima del voto, tra cui il direttore della polizia, alcuni prefetti e ambasciatori. Normale routine, rispondono all’Eliseo, aggiungendo: «Avere responsabilità presuppone sangue freddo e moderazione». I macronisti sono convintiche gli attacchi di Le Pen ai poteri del Presidente le stiano costando in termini di credibilità nella sua corsa verso il governo.