Il decreto legislativo dovrebbe essere approvato in Consiglio dei ministri tra fine agosto e inizio settembre, al rientro dalle ferie parlamentari, e poi sarà mandato alle commissioni Giustizia di Camera e Senato per un parere non vincolante. Da fine anno o al massimo da inizio 2025, così, il divieto entrerà in vigore: i giornalisti a quel punto non potranno più pubblicare testualmente nemmeno stralci delle ordinanze di custodia cautelare.
Intanto ieri la Camera ha iniziato a votare il disegno di legge Nordio. Con 170 “sì”, 77 “no” la maggioranza ha approvato l’articolo 1 del disegno di legge che abolisce il reato di abuso d’ufficio. La discussione sulla riforma riprenderà martedì. Ma proprio nel giorno del primo voto in aula sul disegno di legge, l’opposizione ha attaccato il governo perché nel decreto Carceri approvato mercoledì in Consiglio dei ministri l’abuso d’ufficio torna sotto altra forma: l’articolo 10, infatti, istituisce il reato di “indebita destinazione di denaro o di cose mobili“: un modo per salvare la punibilità del cosiddetto “peculato per distrazione“, cioè il reato del pubblico ufficiale che regala soldi pubblici agli amici. In particolare il governo vuole evitare che i funzionari pubblici che fanno favori non siano punibili sul piano penale. Un modo per provare a convincere sia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia l’Unione europea che non restino vuoti normativi dall’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Non è chiaro chi abbia ispirato la nuova norma ma, secondo fonti di maggioranza, sarebbe stata una “manina” che avrebbe chiesto espressamente all’esecutivo di inserire il nuovo reato: alcune fonti individuano la responsabilità nel Quirinale, altri nel ministro degli Affari europei Raffaele Fitto che, oltre a correre per diventare commissario, deve tenere buoni rapporti con Bruxelles in un momento di trattativa serrata con il governo.
Durante il dibattito a Montecitorio, però, le opposizioni hanno chiesto al governo un’informativa urgente e al Guardasigilli di spiegare in aula i motivi e la ratio del nuovo decreto. Richiesta avanzata dalla capogruppo del Pd Chiara Braga e condivisa da Valentina D’Orso del M5S e da Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra. Il ministro della Giustizia però ha specificato ai cronisti in Transatlantico che l’articolo 10 del decreto sulle carceri “non interviene sull’abuso d’ufficio” ma è una fattispecie di reato diversa dall’articolo 323 del codice penale. Eppure, poi ha fatto capire l’intervento legislativo serve proprio per evitare vuoti normativi: “Avevamo detto che saremmo intervenuti per coordinare meglio le norme”, ha concluso Nordio.