di Marcello Sorgi
Sarà anche andato male, o così cosi, l’incontro tra Von der Leyen e il gruppo dei Conservatori Europei, ma la sensazione era che da entrambe le parti si volesse far apparire questo, sapendo che tutti gli occhi e le orecchie erano puntati sull’esito della riunione per capire come andrà il voto di domani sulla stessa VdL. O allo stesso modo sul bis di Metsola, che come presidente dell’Eurocamera può chiedere e accettare con più disinvoltura (in cambio di una vicepresidenza) l’appoggio meloniano, facendolo convivere con quello popolare, il che è pur sempre un segnale. O sulle trattative, la maggior parte segrete, per telefono o Whatsapp, tra Meloni e sempre VdL sul posto che toccherà all’Italia nella nuova Commissione.
L’importante è tenere presente che, sebbene la politica abbia raggiunto un maggior dato di trasparenza rispetto al passato, ci sono casi in cui le cose che si dicono sono poi quelle che si fanno, e altri in cui le cose che si dicono non sono quelle che si fanno. Vedi il rinvio sine die, proprio da parte di Bardella, numero due lepeniamo, della censura per il generale Vannacci, eletto suo vice presidente e mal sopportato nel gruppo dei Patrioti, nato alla destra dei conservatori. O, in casa nostra, la rappacificazione, immortalata in una foto, tra Meloni e il governatore campano De Luca (quante se ne erano dette!).
Così è chiaro che a VdL e Meloni, pur legate da un rapporto personale forte, costruito dalla premier italiana nel corso della precedente legislatura europea, non convenga un accordo sotto la luce del sole. A VdL perché popolari, socialisti e liberali si sono ormai orientati verso un’intesa con i verdi – l’altra gamba della vecchia maggioranza rimasta fuori anche per vincoli programmatici (sulla casa, sull’automobile) complicati da gestire per gli altri alleati -, adesso recuperati, o quasi, dalla presidente candidata a succedere a se stessa. Ne consegue una chiusura ufficiale verso i conservatori. I quali, dichiarandosi contrari o astenuti (per il regolamento europeo è lo stesso, astensione vale no), prenderanno una posizione simmetrica che li protegge (o dovrebbe) dalle accuse dei Patrioti, e da quelle di Afd, la destra estrema tedesca. Ma nelle urne, nessuno può dire cosa accadrà. Il voto sulle persone, si sa, è segreto.