A pochi giorni dal crash informatico che venerdì scorso ha mandato in tilt il trasporto aereo in tutto il mondo, molti scali non sono ancora tornati alla normalità, l’Italia è praticamente divisa in due dallo stop ai treni AV e regionali della linea tirrenica meridionale – stop che riguarda Campania, Calabria, Basilicata –, la linea Firenze-Roma sconta ancora il forte disagio provocato da due guasti tecnici in rapida successione che si sono verificati prima venerdì poi l’altroieri. Tutto con l’inevitabile corredo di proteste degli utenti, tra chi parte per le vacanze e i pendolari.
Treni Ritardi sistemici, ma per Fs tutto bene
Sul fronte del trasporto ferroviario si assiste al solito duello: da un lato il gruppo Ferrovie dello Stato, che cerca di minimizzare; dall’altro i viaggiatori costretti ad attendere anche per due ore il loro convoglio. Va tutto bene (o quasi), garantiva ieri al Fatto Trenitalia, pur ammettendo che la puntualità delle Frecce e degli Intercity nei primi sei mesi di quest’anno è diminuita rispetto al 2023. L’indice di puntualità degli AV nel primo semestre si è fermato al 78,4%: significa che quasi 8 treni su 10 sono arrivati a destinazione in orario oppure con uno scostamento di dieci minuti (a volte dirimenti per chi ha una coincidenza). Ritardo che sale fino a 15 minuti al massimo invece per 9 su 10 di quelli a lunga percorrenza. Quanto ai regionali, sempre 9 su 10 nello stesso periodo sono giunti a destinazione con un ritardo (sempre massimo) di 5 minuti. Fin qui la versione di Trenitalia, che ricorda come sia ormai entrata nella fase cruciale la maggior parte delle opere previste dal Pnrr, con 124 miliardi di investimenti da parte di RFI per ammodernare le infrastrutture, a cui se ne aggiungono ogni anno 3,5 per la manutenzione ordinaria e straordinaria, mentre altri 5 sono previsti per riqualificare 460 stazioni. Colpa dei cantieri? Non è proprio e sempre così.
Le cause Emergenze vecchie e nuove da Firenze in giù
Venerdì scorso la stazione Santa Maria Novella di Firenze è piombata nel caos, con un effetto domino su tutta l’Italia, per un guasto tecnico vicino alla città. L’altroieri il problema, rilevato sulla linea nell’Aretino ha riguardato gli impianti di circolazione sull’Alta Velocità Firenze-Roma: ritardi anche di oltre un’ora, con ripercussioni a catena sugli spostamenti dei pendolari. “Siamo di fronte a un sovrautilizzo rispetto alle capacità della linea: dal 2009 i treni AV sulla Bologna-Firenze-Roma sono triplicati – osserva Lorenzo Cecchi, di Legambiente Toscana – Una saturazione che richiede un maggiore adeguamento tecnologico. Alcuni interventi sono stati fatti, altri no. Ed evidentemente ci sono problemi di manutenzione, probabilmente insufficiente”. Proteste per il sovraccarico arrivano da Maurizio Da Re, portavoce del Comitato pendolari Valdarno. “Sulla linea che collega Firenze ad Arezzo – dice Da Re –, siamo vittime di tutte le interferenze dei treni AV, la situazione peggiora di giorno in giorno”.
C’è poi il dramma dei collegamenti ferroviari interrotti sulla Tirrenica meridionale, tra Campania, Calabria e Basilicata, per il deragliamento di un treno merci nel Salernitano, a Centola. Uno stop scattato alle 22 di lunedì, tra le proteste dei sindaci dei Comuni interessati. Così fino a venerdì prossimo, alle 6 del mattino (salvo ulteriori ritardi), saranno tagliate fuori dai collegamenti località turistiche come Palinuro, Camerota, Ascea, Pollica, Acciaroli. Trenitalia ha suggerito di riprogrammare gli spostamenti anche a chi deve raggiungere il Cilento, in Campania, e offre rimborsi a chi sceglie di annullare i viaggi.
Un disastro nel contesto di criticità ormai croniche. In Sicilia (la linea Caltagirone-Gela è sospesa da 13 anni, dopo il crollo di un viadotto nel 2011). In Calabria c’è la dorsale ionica, che dal capoluogo regionale arriva a Taranto: 472 chilometri dei quali oltre 300 non elettrificati. Come spiega Gabriele Nanni, di Pendolaria-Legambiente, “da anni di fatto questa dorsale non collega più diverse cittadine costiere, da Sibari a Melito”. E poi c’è la Ravenna-Bologna, che da tempo soffre, tra soppressioni di corse (il 10%), sovraffollamento e ritardi. Ancora: la FL4 che da Roma arriva ai Castelli Romani, in molte tratte su un binario unico, con un “servizio non da Paese europeo, nonostante la flotta sia leggermente migliorata”, aggiunge Nanni. Infine, la linea FL5 dalla Capitale a Civitavecchia: anche questa paga il prezzo del sovraccarico, con molte soppressioni di corse.
Aeroporti Tra disagi e voli soppressi
Quanto al trasporto aereo, il crash informatico – che venerdì scorso ha portato solo in Italia alla cancellazione di 231 voli – sembra essere stato solo la punta dell’iceberg. Qualche esempio. Nello scalo di Rimini i controllori di volo staccano alle 23. Disposizione di Enav, la società pubblica per i servizi alla navigazione aerea civile. Risultato? Voli dirottati su Bologna, dove ancora l’altroieri tanti passeggeri sono rimasti a terra per la cancellazione di varie tratte mentre i ritardi di mezzora parevano essere normalità, tra calche e interminabili file ai controlli per la sicurezza. Voli soppressi e ritardi anche al Raffaello Sanzio di Ancona. Sempre lunedì, poi, è stata disposta la chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria a causa di un incidente che ha coinvolto un elicottero dei Vigili del fuoco: ma i disagi per chi arrivava da Roma erano iniziati anche prima. Diverso il caso dello scalo di Catania, dove ieri una violenta eruzione dell’Etna ha comportato la soppressione dei voli per Milano e per Bergamo.
Genova Ostaggio del traffico per il porto
Infine, eccoci arrivati al trasporto marittimo: impossibile non citare il caso di Genova. La città è da giorni ostaggio del traffico convulso dei mezzi diretti alle navi. Una situazione sempre più grave, tanto che il Comune ha già avvisato: proprio oggi sarà una giornata da bollino rosso. Nessuno, infatti, finora ha preso provvedimenti per differenziare gli orari di partenza dei traghetti, concentrati in alcune fasce orarie. Così, ecco lunghissime code. Sulle autostrade A10 (Genova-Ventimiglia) e A7 (Milano-Genova). E poi sulle vie della città, fin dalla notte, per accedere ai varchi portuali, che però aprono solo alle 5 del mattino.
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