Realizzata dall’architetto Giorgini è stata restaurata
di Paolo Lazzari
Giaceva malandata in mezzo alla vegetazione, erosa dall’opera incessante della salsedine depositata dal vento, aggredita da un’umidità opprimente. Abbandonata ad un destino inglorioso, la “ Casa Esagono” progettata dall’architetto fiorentino Vittorio Giorgini, nel bosco sopra la spiaggia di Baratti, aveva smarrito la sua funzione originaria. Non accoglieva più artisti da ogni angolo del mondo, sollecitandone l’istinto. Animali e insetti rischiavano di deturparla ulteriormente. Invece, dopo meno di un anno di lavori ( partiti nel luglio 2023) la residenza è tornata a pulsare, il legno di cui è interamente costituita è lucido e rimpolpato, i creativi tornano a bussare a frotte. È successo dopo che l’associazione B. A. Co ( Baratti architettura e arte contemporanea), un pugno di volontari che dal 2013 hanno ricevuto la concessione d’uso gratuito dell’immobile, è riuscita nell’intento di resuscitare questo scrigno ligneo.
« La casa — racconta l’architetto Marco Del Francia, che dell’associazione è presidente ed ha lavorato per anni con Giorgini — ha dovuto fare i conti con alterne fortune. Lui (che alla sua morte, nel 2010, gli ha lasciato in dote il suo archivio) la progettò e la realizzò tra il 1957 e il 1960. Guardava, nelle sue forme, alle strutture che compongono gli alveari, perché già dagli anni Cinquanta si era convinto che i nuovi progetti architettonici si sarebbero dovuti ispirare alla natura. Utilizzò sia legni autoctoni, come il pino, il pioppo e l’abete, che esotici». Per tirare su questi 60 metri quadrati si fece aiutare da una falegnameria di Peccioli, ma indirizzò ogni fase dei lavori, il legno era un materiale che conosceva bene.
« Da giovane era andato in Irlanda e aveva scritto una tesi sulle abitazioni di quei luoghi, poi aveva lavorato nei cantieri navali, in Versilia » . Inizialmente doveva servirgli soltanto come residenza estiva, ma poi Giorgini aveva iniziato ad ospitare altri artisti e allora era diventata una fucina culturale. Lì si fermavano per settimane creativi del calibro di Emilio Vedova, Roberto Sebastian Matta o Isamu Noguchi. Nel 1969 però Giorgini cede la casa ad un privato, che la tiene fino ad un pezzo degli anni Ottanta. Poi si avvicendano il Comune di Piombino ed il WWF, che riconsegna le chiavi nel 2000. Da lì inizia un lungo oblio, fino a quando nella storia irrompe l’associazione. « L’abbiamo trovata malridotta, ma dopo un lungo percorso siamo riusciti a ricostruirla in tutte le sue parti originarie. Oggi è riconosciuta ufficialmente come bene culturale dal MiC e, accanto al restauro materiale, sono ripartite le attività con gli artisti. Ad agosto, nell’ambito della nostra rassegna Voci e colori a casa Esagono, ospitiamo una mostra del pittore contemporaneo Gaetano Fiore, intitolata Bosco nel bosco. Nel frattempo già molti creativi, dagli scultori ai film maker, ci chiedono di poter risiedere qui per qualche giorno » . Come una finestra che torna ad aprirsi su un orizzonte a lungo dimenticato.