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Vertice a Washington sugli Storm Shadow inglesi. Ma i leader scelgono la cautela. «Minacce di Putin serie»
di Viviana Mazza
washington «Non aspettatevi grandi annunci oggi», ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby ieri in un briefing con i giornalisti. «La nostra posizione sulla fornitura all’Ucraina di capacità a lungo raggio da usare dentro la Russia non è cambiata». Kirby parlava poche ore prima della visita ufficiale del premier britannico Keir Starmer, che ha discusso con il presidente Joe Biden della possibilità di permettere all’Ucraina di usare i missili anglo-francesi per colpire più in profondità in territorio russo. Starmer ne ha parlato con Biden anche perché i missili Storm Shadow usano dati satellitari e tecnologia americani. Il New York Times anticipava già giovedì che la Casa Bianca non era pronta invece a consentire a Kiev di usare allo stesso modo gli Atacms americani (in parte perché secondo l’intelligence Usa Mosca potrebbe reagire aiutando l’Iran a colpire le forze Usa in Medio Oriente).
La risposta di Biden sembrava orientata ad essere un sì, ma pubblicamente le parole vengono scelte con cura (al New York Times, fonti dell’amministrazione hanno detto che il presidente è «propenso a dare il via libera» ma «non ha preso la decisione definitiva»). Biden in apertura del vertice si è limitato a ringraziare il Regno Unito per l’impegno in Ucraina: «Aiuteremo Kiev a difendersi contro l’aggressione russa, Putin non prevarrà». Dopo l’incontro Starmer ha spiegato che il tema dei missili sarà «affrontato nuovamente tra qualche giorno all’Assemblea Generale dell’Onu con un gruppo più ampio di persone».
Espulsioni
Mosca ha cacciato sei diplomatici britannici: «Spie». Londra: accuse senza fondamento
In parte la cautela è legata alla minaccia di Putin che l’uso di missili occidentali più in profondità in Russia (al momento Kiev li usa appena oltre il confine) segnerebbe una guerra aperta con la Nato: «Prendiamo i suoi commenti sul serio, anche se non è la prima volta che dice queste cose», ha dichiarato Kirby. Ieri l’ambasciatore russo all’Onu «consigliava» di riflettere sulle «conseguenze di un conflitto con una potenza nucleare» e Mosca annunciava pubblicamente le espulsioni di sei diplomatici inglesi avvenute in realtà un mese fa (accusati di spionaggio «senza fondamento», dice Londra). Non è solo il dilemma sull’escalation a frenare gli americani. C’è scetticismo alla Casa Bianca e ai vertici del Pentagono sull’utilità di consentire a Kiev di colpire in Russia usando i (pochi) missili Storm Shadow: è un’arma in più ma non basta a vincere la guerra. Circa 200 basi russe sarebbero nel loro raggio d’azione, ma Mosca ha già spostato gran parte delle armi e munizioni più lontano.
Zelensky
Il leader: Mosca invitata al prossimo vertice di pace. Alla Nato: abbatta
i missili russi in Ucraina
Zelensky, che da mesi preme per usare sia gli Atacms che gli Storm Shadows più aggressivamente, sostiene che «la guerra deve diventare più dura per Mosca: è l’unico modo per far capire loro che deve finire». Il leader ucraino ha visto ieri l’ex premier britannico Boris Johnson, il quale ha detto che «è ovvio» che a Kiev dovrebbe essere dato il permesso. Zelensky ha l’appoggio di alcuni ex generali e diplomatici americani, tra cui David Petraeus, che ritengono utili anche pochi attacchi più pesanti e sminuiscono le sue minacce di Putin perché in passato si sono rivelate vuote. Zelensky ha detto anche che la Russia sarà «invitata» al prossimo summit per la pace di novembre e che l’Occidente ha troppa «paura» di abbattere i missili nemici nei cieli ucraini mentre lo fa in Israele. Ma il segretario generale della Nato Stoltenberg ha risposto che ciò porterebbe l’Alleanza molto vicina a diventare parte attiva del conflitto.