Benvenuti a Pettegolandia
12 Ottobre 2024Il dilemma etico dell’IA: cambiarla o farsi cambiare?
12 Ottobre 2024di Niccolò Delvecchio
BARI Chi ha conosciuto Vincenzo Coviello alle scuole superiori, indirizzo ragioneria, parla di un ragazzo «tranquillo e onestissimo, molto educato», figlio di un sarto di Bitonto e con la testa sempre sui numeri. Chi, invece, con il 52enne di Bitonto ci ha lavorato in passato, riferisce di un «professionista esemplare» e «instancabile» con una particolarità che ora suona quasi profetica: «Chiedeva sempre informazioni sugli altri, in un modo da classico ficcanaso che, però, non lasciava intravedere niente di diverso dalla curiosità». Ed è proprio quella curiosità ad aver messo nei guai Coviello, ex dipendente di Intesa Sanpaolo che, dopo il licenziamento dello scorso agosto, aveva ripreso a lavorare come commercialista in uno studio nel centro della sua città. Perché a lui è contestato l’accesso abusivo ai dati dei conti di 3.572 clienti di Intesa Sanpaolo, tra personaggi noti e persone comuni. Come quel medico suo concittadino il cui conto, per motivi ancora da capire, aveva spiato un numero insolito di volte. Dalla denuncia del professionista è partita l’indagine che ha involontariamente portato Coviello alla ribalta nazionale. Prima, invece, era già stato avviato il procedimento disciplinare che ne ha causato il licenziamento, ora impugnato.
Sposato, padre di due figli, Coviello viene descritto come un uomo abitudinario che alle 7.45 di ogni mattina si recava in edicola per comprare Il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore. Un’abitudine interrotta da due giorni per una notorietà che, ieri, gli è costata persino l’incontro con i suoi legali. Ad attenderlo sotto il portone dello studio Polis di Bari, il cui socio fondatore è — insieme ad altri avvocati — anche l’ex candidato sindaco del centrosinistra Michele Laforgia, c’erano telecamere e fotografi. L’appuntamento è stato annullato, Coviello è stato costretto a ritornare a Bitonto, nessuno è riuscito a ottenere una parola dall’uomo più chiacchierato d’Italia o a scattargli una foto. E anche i due avvocati che lo assistono si sono chiusi nel più stretto riserbo, annullando un comunicato stampa atteso nel pomeriggio di ieri per «tutelare il cliente nella maniera più assoluta».
La riservatezza
Ieri è saltato l’incontro con i suoi avvocati
a Bari. Il sindaco: non l’ho mai conosciuto
In sede di procedimento disciplinare, per provare a difendersi dalle accuse per le quali ha perso il lavoro, Coviello si è definito semplicemente «un maniaco del controllo». Quei dati, dunque, li avrebbe consultati solamente per curiosità, agendo da solo. E le informazioni si sarebbe limitato a leggerle, a prenderne atto, senza mai scaricarle o condividerle con altri. Le sue dichiarazioni non si sarebbero però sempre rivelate vere: «Ho smesso con le interrogazioni nell’ottobre 2023, dopo i primi controlli e il richiamo del direttore». Gli accessi, sostiene la Procura, sarebbero invece continuati fino a pochi mesi fa, ad aprile 2024. E sarebbero iniziati a febbraio 2022, più di due anni prima.
In tanti quindi si chiedono se quei dati li abbia veramente tenuti (a mente) per sé o se, invece, quegli accessi gli fossero stati commissionati da qualcun altro. «Forse voleva guadagnarci qualcosa, o li voleva diffondere sul dark web?», si domandano in città. Interrogativi ai quali dovranno rispondere gli inquirenti, mentre i suoi concittadini continuano a non parlare d’altro e a guardarsi attorno spaesati. Non che fosse un personaggio particolarmente chiacchierato, tutt’altro: il sindaco Francesco Paolo Ricci ha detto da subito di non conoscerlo, i politici locali sanno cosa ha fatto per averlo letto dai giornali ma non saprebbero identificarlo, chi a volte l’ha incontrato per strada riferisce di «una persona schiva, taciturna», che di certo non attirava l’attenzione. A Bisceglie, dove lavorava in distaccamento dalla filiale Agribusiness di Barletta, nessuno vuole né può parlare.