Il ministro vuole nominare oggi Spano capo di gabinetto: “Ha la mia fiducia”. Fronda tra i meloniani “È vicino al Pd, inviso ai Pro vita”. Ancora forti tensioni per il dirigente cacciato, che valuta querele
ROMA — Mugugni, irritazione, scarso entusiasmo. Tra i parlamentari di Fratelli d’Italia in tanti si chiedono: «Perché proprio Francesco Spano? È stato consulente del Pd». L’attuale vice capo di gabinetto del ministero della Cultura, che già oggi potrebbe essere promosso da Alessandro Giuli al gradino più alto, è finito nel mirino dei Pro vita, l’associazione anti abortista che, con il suo pacchetto di voti, da sempre è vicina al mondo della destra.
I fatti risalgono al 2017, quando Spano era alla guida dell’Ufficio nazionale antidiscriminazione (Unar) e fu costretto alle dimissioni per un’inchiesta delle Iene che lo accusava di aver versato 55mila euro a un’associazione Lgbtq+, che però in realtà gestiva — secondo il servizio — sesso a pagamento. La Corte dei conti non riscontrò mai un danno erariale e poi Spano divenne segretario generale della fondazione Maxxi. È qui che Giuli lo ha conosciuto e adesso non ha alcuna intenzione di ripensarci: «Sarà lui il nuovo capo gabinetto, voglio una persona di mia fiducia ». Il tono che utilizza con i suoi interlocutori, per rispondere al fuoco amico, è granitico perché in fondo, mentre negli uffici del Collegio romano terremotato dall’ affaire Boccia- Sangiuliano scorre ancora veleno, è meglio blindarsi. Questo almeno è il ragionamento del ministro che venerdì sera ha cacciato Francesco Gilioli per «infedeltà» e «fatti gravissimi » legati a una presunta fuga di notizie.
Nelle mani di Giuli ci sarebbero le prove «del tradimento» dell’ex capo di gabinetto. Un documento che il ministro sarebbe pronto a mostrare a chi anche ai vertici del partito nutre dubbi sulla mossa, così da fugarli. I fatti non coinvolgono lui, bensì Gennaro Sangiuliano ma «se ha tradito una volta può farlo ancora». Nei corridoi del dicastero si vocifera che Gilioli avrebbe trasmesso aReport ,ma anche ad altri giornalisti, materiale su Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia con l’obiettivo di tirarsi fuori dalla vicenda e dimostrare la sua contrarietà alla firma del contratto da consulente.
Gilioli, consigliere parlamentare a Palazzo Madama e un lungo curriculum, ribadisce di non aver fatto nulla tanto da essere pronto anche a sporgere querela. Per lui si è mosso il mondo istituzionale, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, ma si sono attivati anche i vertici di FdI, che tra l’altro non vedono di buon occhio il suo successore. Basti pensare a quanto sia folto il gruppo di parlamentari legato a Pro vita: la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, la deputata Maddalena Morgante, la senatrice rampelliana Lavinia Mennuni. In diversi in queste ore hanno avuto contatti con i vertici dell’associazione, che ha lanciato una petizione per rimuovere Gilioli anche da vice capo di gabinetto, nomina che Giuli ha fatto nonappena arrivato al ministero. Altri hanno ricevuto via chat le proteste dei referenti locali del partito, quelli che Pro vita sostiene a suon di preferenze. La pressione sta salendo al punto che un parlamentare confidache «non scommetterebbe 10 euro sulla promozione di Spano». C’è poi chi ipotizza una soluzione soft: «L’incarico potrebbe limitarsi ai primi mesi». Ma al di là del caso Unar, in FdI c’è chi nutre dubbi anche per unaltro aspetto: «Spano è stato consulente di politici del Pd». Accusa che i Pro vita scrivono nella petizione, a dimostrazione di come si stiano muovendo all’unisono con un pezzo del partito.