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15 Novembre 2024Ma siamo proprio sicuri che una cordata tutta italiana tuteli meglio il legame con Siena?
Mps vola in Borsa. Fabio: tutelare le radici senesi
Silvia Ognibene
Il mercato intravvede il terzo polo e promuove a pieni voti l’operazione che ha visto, mercoledì, Banco Bpm, Anima Sgr, Caltagirone e Delfin acquistare il 15% delle quote di Mps cedute dal Tesoro. Il titolo della banca di Siena ieri in Borsa è cresciuto di oltre il 10%. Rispetto alle precedenti tornate di «alleggerimento» del Tesoro, il profilo degli acquirenti è più industriale: si è insomma creato il cosiddetto «nocciolo duro» di investitori italiani che in un futuro prossimo (nel giro di un anno, secondo Jp Morgan) potrebbero interessarsi al Monte. I sindacati hanno chiesto che «in qualunque scenario» vengano tutelati i lavoratori e l’integrità del perimetro aziendale, mentre per il sindaco di Siena Nicoletta Fabio «deve essere mantenuta altissima l’attenzione sul radicamento della più antica banca del mondo, che non deve recidere lo storico legame con la città, attraverso la tutela del marchio. Siena ha costruito Mps, con il sacrificio di tanti cittadini e l’abnegazione dei dipendenti». Sulla strada di Siena sono tornate un paio di vecchie conoscenze. Caltagirone era entrato in Mps ai primi Duemila, arrivando alla vicepresidenza per poi uscire nel 2012. Massimo Tononi, dal 2020 presidente di Banco Bpm, ha guidato Mps: succedette a Profumo nel 2015.