MotoGp, la grande vittoria di Jorge Martin e il team toscano
di Duccio Mazzoni
Hanno festeggiato tutti insieme, quattrocento persone tra dipendenti e familiari. Davanti a un maxischermo montato in azienda per l’occasione ( e che occasione) brindando a un risultato storico. Casole d’Elsa, grazie a una delle sue aziende più importanti, la Pramac, è la capitale mondiale del motociclismo. Oltre il famoso presepe vivente, oltre il caratteristico borgo che guarda dalle sue colline la Valdelsa e la Maremma, oltre il Palio degno della miglior tradizione senese, il Comune di quattro mila abitanti in provincia di Siena entra nella storia dello sport mondiale. La vittoria del mondiale di Jorge Martin nell’ultimo gran premio dell’anno – inizialmente previsto a Valencia ma spostato a Barcellona dopo l’alluvione dei giorni scorsi in Spagna – consegna al team Pramac il titolo di campione del mondo della Motogp. Un’impresa storica, un team satellite non vinceva il mondiale dal 2001: allora trionfò Valentino Rossi trionfò con la Nastro Azzurro nella categoria 500. Ventitré anni dopo è toccato alla squadra che porta il nome dell’azienda – senese doc, simbolo di quella Toscana che resiste al tempo, alle mode e ai cambiamenti grazie a una strategia formidabile – salire sul tetto del mondo. « Questo successo non è solo una vittoria sportiva, ma anche un motivo di grande orgoglio per Casole d’Elsa, che vede brillare il nome del proprio territorio ai vertici del motociclismo mondiale. Grazie per averci fatto vivere emozioni uniche e per aver dimostrato che con il lavoro e l’impegno si possonoraggiungere traguardi incredibili. Siete un’ispirazione per tutta la comunità di Casole d’Elsa e per gli appassionati di sport di tutto il mondo », ha scritto in un lungo post il sindaco di Casole Andrea Pieragnoli. Fondata nel 1966 da Mario Campinoti e chiamata allora Europea l’azienda all’inizio era focalizzata principalmente sul mercato italiano e specializzata nella costruzione di macchinari per la movimentazione logistica. Poi pian piano la crescita, la denominazione Pramac ( acronimodi Paolo Riccardo Alessandro Mario e Adriana Campinoti) e l’apertura a un mercato sempre più internazionale: il maggior portfolio di prodotti venduti ha portato Pramac in 150 Paesi, con 16 sedi operative e 7 impianti produttivi in Europa, Asia e Sud America. Il tutto senza però dimenticare l’origine, la partenza, l’azienda situata in località Il Piano che è sempre rimasta il primo quartier generale. Ed è proprio lì che nel 2002, dopo una parentesi come sponsor in formula 1 con la Benetton, si è deciso l’ingresso nel motociclismo. Un team che fin da subito, dal 2005, si è legato alla Ducati e che negli anni ha ottenuto sempre più successi, come gli otto podi e le sei pole position del 2022 o le cinque vittorie, le nove Tissot Sprint e i quattordici podi dello scorso anno. Questa stagione la svolta: la costanza di Martin e il talento di un pilota che ha capito che si poteva interrompere l’egemonia di Bagnaia hanno fatto la differenza. Racconta Paolo Campinoti, patron della Pramac commentando la vittoria: « Quando Jorge non fu preso nel Team Factory era triste. Mi chiamò e mi disse “ Capo, non ti preoccupare, faremo la storia”. E alla fine sono stati quattro anni bellissimi. La partenza e l’ultimo giro mi hanno messo alla prova. Poteva succedere di tutto. Cadere all’ultimo giro sarebbe stata una rottura importante».
Dal prossimo anno la Pramac si staccherà dalla Ducati e si legherà alla Yamaha, rompendo il fil rouge di italianità da un punto di vista sportivo. Quello con Siena non si staccherà mai, anzi. Da oggi pomeriggioè storia.