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Public Enemy – Fight The Power
26 Febbraio 2025
Squarci: “Contrade a disagio”
26 Febbraio 2025Da una parte la Regione,dall’altra Roma e Comune: lavoratori Beko schiacciati tra due fronti istituzionali
La vertenza sullo stabilimento senese
Aldo Tani
Le crepe sono evidenti: la compattezza istituzionale sul la vertenza Beko, in merito allo stabilimento di Siena e in nome della salvaguardia occupazionale, si sta sgretolando. Il gioco delle parti politiche prende giorno dopo giorno il sopravvento, con buona pace dei 299 lavoratori, che oltre a vedere il proprio futuro compromesso, rischiano di rimanere schiacciati dalle schermaglie.
Da un lato il centrodestra, con Ministero e Comune, dall’altro il centrosinistra, con Regione e Provincia. Contrapposizione che non è però di facciata, ma segue i rispettivi ragionamenti su come gestire il caso. I primi, cioè il governo nei fatti (spinto a sua volta dal gruppo turco), ha dettato la linea. L’acquisto dello stabilimento è prioritario a ogni altra azione. Il costo dell’affitto secondo il ministro Adolfo Urso compromette ogni possibilità di reindustrializzazione. Perciò ha dato mandato a un advisor, con il coinvolgimento di Invitalia, di lavorare in questa prospettiva.
Irricevibile secondo il governatore Eugenio Giani, che in tutta fretta ha convocato ieri pomeriggio un tavolo in Regione. «Lo abbiamo fatto — spiega il governatore, che si è mosso anche per ricompattare almeno il fronte toscano — perché voglio essere sempre molto incalzante nel definire le prospettive. Allo stato attuale, al di là delle cortine fumogene delle dichiarazioni, la situazione è questa: nei rapporti che la proprietà ha avuto col ministro non c’è prospettiva. Si dice che il lavoro ci sarà per quest’anno e poi, si è preferito evidentemente, non so come, non so da chi, uso questo eufemismo, salvare Comunanza ma per Siena non c’è prospettiva».
Quella fornita ha una data di scadenza: il 31 dicembre 2025. Nonostante il ministro Adolfo Urso continui a ripetere che l’occupazione sarà garantita fino al 2027: i due anni in più sono di ammortizzatori sociali. Fondi che Beko ha messo sul piatto insieme a 7 milioni (sui 300 stanziati per l’Italia) che servono a coprire l’affitto e la bonifica. Elementi enfatizzati nel complesso dalla sindaca Nicoletta Fabio, che prima di finire nel tritacarne politico, dopo il silenzio iniziale ha sposato la causa ministeriale: «Riteniamo — sottolinea — che l’interlocuzione tra governo e Beko stia dando dei risultati. Il fatto che l’azienda non parli solo di affitto, ma anche di investimenti per riammodernare il sito ci fa capire che la trattativa è ancora in essere e che Siena non sarà abbandonata». Se da Palazzo Pubblico hanno preferito in ogni caso evidenziare solo i passi in avanti, il fuoco della polemica politica è stato alimentato da Francesco Michelotti, deputato di FdI: «La sinistra utilizza come una clava la complessa vicenda Beko, e quella di 300 persone che vi lavorano, solo per attaccare il governo Meloni». Un tutti contro tutti che non risparmia nemmeno Fabio, presa di mira dal Pd senese: «La sindaca decida da che parte stare: un giorno siede al tavolo di coordinamento in Provincia, il giorno successivo, però, al ministero rimane in silenzio mentre il ministro attacca Regione e Provincia». Ci sarebbero anche i lavoratori, ma oggi no, domani forse, dopodomani chissà.
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