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Un terzo polo bancario fatto da Mps e Mediobanca e dove Generali non è cruciale. È questo il progetto di Luigi Lovaglio, ad del Monte dei Paschi, che ha esposto a Londra alla platea riunita da Morgan Stanley, dopo che nei giorni scorsi avevano parlato Nagel, Castagna e Orcel.
«Generali genera redditività, ne siamo felici ma non è cruciale per il potenziale che la banca vuole esprimere con l’aggregazione», ha detto Lovaglio. «Oggi il contributo di Generali ai profitti di Mediobanca è il 40% mentre nell’altro scenario sarà circa il 16%». La dipendenza da Generali sarà molto inferiore ma averla in portafoglio significa avere carte in mano per sostituire Axa nella distribuzione di prodotti sulla rete Mps.
Conquistare Mediobanca in questi giorni non sembra più un sogno per Mps in quanto in Borsa i prezzi dei titoli si sono avvicinati al concambio proposto dalla banca senese il 24 gennaio scorso. Lo sconto che si era aperto fino al 15% ora è rientrato al 2,3%. Ma la corsa è lunga e i prezzi che conteranno veramente saranno quelli di luglio, quando partirà l’offerta.
Lovaglio negli incontri con gli investitori organizzati dai suoi advisor, Ubs, JP Morgan e Jefferies per ilmercato americano si è mostrato molto determinato, analizzando l’aggregazione in ogni dettaglio. Ieri ha risposto a Nagel sulle potenziali “dissinergie” dell’operazione. «Saranno minime e le gestiremo nel modo migliore mettendo molta attenzione ai clienti e alle persone di piazzetta Cuccia soprattutto quelle attive nel comparto personal and investment banking ». Lovaglio ha aggiunto che Mps avrà la capacità di distribuire il 100% dei profitti mantenendo un ratio di capitale attorno al 16% «che significa che non stiamo perdendo quello che abbiamo oggi stand alone».