di Fabio Galati
«Chiediamo a Enel Green Power 60 milioni di euro in più per le concessioni in scadenza sulla geotermia». Il governatore Eugenio Giani di primo mattino, mentre si prepara ad affrontare il rituale tuffo di Capodanno in Arno, ha già chiare le sfide che lo aspettano nel 2025. Sulle infrastrutture: «Le due talpe del tunnel dell’Alta velocità passeranno insieme sotto la Fortezza e all’inizio del 2026 una delle due sbucherà nel ‘camerone’ di via Circondaria». Sulla sanità: «Le liste d’attesa stanno migliorando e quest’anno faremo ancora meglio, l’Irpef si abbassa se il governo ci dà i soldi del pay back». Sulle famiglie: «Daremo libri gratis per la scuola dell’obbligo a chi ha un Isee inferiore ai 15 mila euro».
Ma su tutte, presidente Giani, la sfida che l’attende è quella elettorale. Si voterà nel 2025, come previsto? E lei sarà il candidato del centrosinistra?
«Io penso che sia probabile il voto a ottobre 2025 perché siamo già molto a ridosso, ormai mancano 9 mesi e per lo slittamento che era stato paventato ci vorrebbe una legge nazionale. Quindi io mi preparo per ottobre 2025. L’ufficializzazione della candidatura naturalmente deve venire dalla coalizione. Confido molto nel lavoro che stanno facendo il segretario del Pd Emiliano Fossi e gli altri segretari delle forze politiche di centrosinistra. Intanto svilupperanno il lavoro con il cantiere programmatico, che poi si tradurrà nelle candidature per il consiglio regionale. Io mi sento molto contento di quanto fatto finora, compresi gli ultimi passaggi come l’approvazione della legge sul turismo. Ma accanto a questa un bilancio che è stato molto impegnativo, una manovra che porta a una gestione di circa 10 miliardi fra il bilancio ordinario e la sanità. Significativi i 130 milioni messi per cofinanziare i fondi europei, che ne attiveranno cinque volte tanto».
Torniamo alla futura coalizione.
Secondo lei come deve essere?
«Deve ricalcare l’impostazione vincente avuta per Umbria e Emilia Romagna. Una coalizione che dalle forze riformiste moderate, come Italia Viva, Azione, +Europa, passi dal Pd fino a Avs e M5S. E poi dia voce al civismo di centrosinistra: c’è un elettorato, che vale circa il 5%, che si riconosce nei valori del centrosinistra ma fatica a riconoscersi nei partiti».
E lei pensa di poterlo intercettare con un’eventuale lista Giani?
«Sì, eventualmente, certo con una concertazione con i partiti della coalizione. Comunque è ancora prematuro parlarne perché prima deve lavorare il cantiere programmatico».
In che tempi va scelto il candidato governatore?
«Secondo me entro marzo. Per avere il tempo, poi, di dialogare con gli elettori».
La sua giunta sta facendo scelte importanti sull’energia, che hanno anche forti riflessi sull’ambiente.
Partiamo dalla geotermia.
«Intanto ricordiamo che produce il 34% del fabbisogno energetico della Toscana. Ecco, però lì è in ballo tutta la trattativa con Enel Green Power per il rinnovo delle concessioni.
Siamo proprio nella fase cruciale, ci incontreremo nelle prossime settimane. Come Regione abbiamo fatto un rilancio, chiedendo che le opere compensative passino da 360 milioni a 420, cioè 60 milioni in più.
Opere che andranno a vantaggio delle aree dell’Amiata e delle Colline metallifere. Questo accanto a un investimento complessivo di 3 miliardi per il riammodernamentodelle centrali sia sotto il profilo minerario che ambientale. Le misure compensative riguardano l’occupazione, ma anche, ad esempio, i collegamenti infrastrutturali oppure le scuole e gli impianti sportivi. Misure che stiamo comunque verificando con tutti i Comuni dell’area geotermica. In più 30 milioni di contributi vanno ogni anno ai Comuni, che possono utilizzarli per la spesa corrente».
La scelta di andare a trattativa diretta invece di fare una gara è stato discussa. In fondo si tratta di una concessione ventennale di grande valore.
«La scelta è prevista, se non addirittura suggerita, dall’articolo 16 bis del decreto Energia, dove si invitava a verificare la possibilità di una trattativa diretta fra la Regione e Enel Green Power, vista la specificità da un punto di vista tecnologico. Mi sento di poter dire che Enel Green Power, filiazione diretta dell’azienda di Stato che per decenni ha sviluppato la tecnologia geotermica, è oggettivamente una realtà all’avanguardia, tanto che le ricerche sviluppate qui poi sono state applicate in tutto il mondo, dal Cile al Nord America. Quest’anno sarà il centoventicinquesimo anno da quando, nel luglio del 1904, il marchese Ginori da Firenze ebbe l’idea di utilizzare i soffioni boraciferi non solo per ricavare l’acido borico, il borotalco, ma per attivare una dinamo che accese le prime 5 lampadine. Siamo stati i primi al mondo. È evidente che quindi vi è un livello di tecnologia, di ricerca e di esperienza che abilita a pensare a un rapporto diretto di trattativa. La trattativa riguarda le 34 centrali esistenti e le tre nuove che Enelvorrebbe realizzare. E poi nell’accordo individuiamo anche centrali nei quali prevediamo l’abbattimento totale di quello che è il cosiddetto ‘pennacchio’, ovvero il fumo emesso nell’ambiente».
Altri operatori possono entrare nel mercato?
«Certo che possono. Devono chiedere l’autorizzazione alla Regione o al ministero, a seconda dei casi. Mi risulta che un soggetto l’abbia ottenuta, ma per ora i lavori di realizzazione non sono iniziati».
Rimaniamo sull’energia perché recentemente la sua giunta ha preso posizione sul fotovoltaico, ribaltando il paradigma del governo nazionale sulle aree non idonee e portandole al 70% del territorio regionale.
«Stiamo lavorando secondo un criterio, quello del buon senso e del dialogo. Per salvaguardare le aree della nostra regione dove gli impianti non sono idonei per motivi paesaggistici e di equilibrio con l’agricoltura. Al tempo stesso bisogna ricordare l’importanza delle energie rinnovabili: il mio obiettivo è portarle a coprire il 60-70% del nostro fabbisogno. L’eolico richiederà una valutazione impianto per impianto, proprio per considerare l’impatto sul territorio».
Sulla sanità ci sono almeno due argomenti molto “caldi”. Il bilancio e le liste d’attesa. Cosa farete per diminuire quest’ultime?
«Noi crediamo in un sistema di sanità pubblica che continui ad accrescere l’impegno per soddisfare i bisogni dei cittadini. Ma ci troviamo di fronte un governo che in termini reali diminuisce la spesa per la sanità pubblica in rapporto al Pil. Noi compensiamo con i soldi del nostro bilancio, quest’anno con 330 milioni.
Le liste d’attesa stanno migliorando.
Questo porta la sanità toscana ad essere in testa a tutti gli indicatori.
Abbiamo nominato in ognuna delle nove aziende sanitarie, tra territoriali e speciali, un responsabile per tagliare le attese. È evidente che occorrono misure più mirate, per questo, ad esempio, anche nel bilancio della Regione abbiamo messo 10 milioni che andranno direttamente all’abbattimento delle liste. Tramite il finanziamento degli straordinari, ma anche con l’accordo con i dottori di medicina generale che potranno fare alcuni esami nei loro ambulatori. E in terzo luogo con un’intesa con le organizzazioni di volontariato per svolgere nelle loro sedi esami e visite Quando io sono arrivato la sanità toscana garantiva 11 milioni di prestazioni l’anno, oggi sono 12 milioni e mezzo».
E l’addizionale Irpef quando e se sarà riportata al livello precedente?
«Dipende dal governo, quando si deciderà a versare il payback sui dispositivi sanitari, fino ad allora le risorse vanno sulle liste d’attesa»
A proposito dei Pir, gli ambulatori per codici bianchi e verdi che dovrebbero alleviare il lavoro dei pronto soccorso. Che senso ha realizzarli nelle Case di comunità per poi tenerli chiusi nel weekend, quando i cittadini ne hanno più bisogno perché il loro medico di famiglia non c’è?
«Ora stiamo facendo una sperimentazione, quando saranno a regime dobbiamo tendere a tenerli aperti anche nel fine settimana».
La FiPiLi: avrà il pedaggio? E quando partirà la nuova società di gestione, Toscana Strade?
«Partirà quando il consiglio regionale darà il via, la giunta è pronta. La FiPiLi ha bisogno di forti investimenti, per realizzare la terza corsia e la corsia di emergenza dove si può. Le risorse arriveranno anche dal pedaggio, che io prevedo solo per i mezzi pesanti. Anche perché ora i Tir saltano l’A11, dove pagano, per fare la superstrada, congestionandola».
La partenza dello scavo del tunnel dell’Alta velocità è stata una sua battaglia. A che punto siamo?
«La prima ‘talpa’ si è fermata dopo 1.800 metri, la seconda ne ha già fatti 300. Quando raggiungerà la prima, insieme scaveranno sotto la Fortezza e all’inizio del 2026 arriveranno al ‘camerone’ di via Circondaria, dove ci sarà la stazione Foster. Quando i binari di superficie saranno liberati, finalmente ne avranno benefici i pendolari sui regionali».
Per ora i pendolari sono tartassati dai ritardi. E voi dalle loro proteste.
«Le proteste vanno rivolte innanzitutto a Ferrovie, che è un’azienda dello Stato. Vanno rivolte al ministro Salvini. Noi cerchiamo di essere vigili sul contratto di servizio, ma il sistema delle multe evidentemente non basta. Detto questo la conclusione del tunnel dell’Alta velocità ci permetterà di avere un servizio migliore. Poi questo sarà l’anno di inizio dei lavori per la terza corsia sull’A11 tra Firenze e Prato. Mentre gli studi fatti sul metro tram consigliano di partire da Prato per arrivare prima a Campi e poi a Firenze».
Quale impegno per aiutare le famiglie toscane?
«Sono tanti. Ma voglio ricordare gli asili nido gratis, che quest’anno allargheremo alle famiglie con Isee fino a 40mila euro. E i libri gratis per la scuola dell’obbligo, medie e biennio delle superiori, che assicureremo alle famiglie con reddito Isee sotto i 15mila euro».