Via libera da Israele nella notte. Attacchi aerei su Iran e Siria
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L’Onu: «È l’ora più buia per Gaza». Biden: «Deve finire». Un altro attacco, giovedì sera, avrebbe provocato, secondo fonti palestinesi, «150 vittime tra uccisi e feriti». Colpiti tre giornalisti della tv di Hezbollah in Libano
Ancora stragi. Ancora orrore. Israele non concede tregua e continua a martellare dal cielo Gaza. Seminando morte e distruzione. Due giorni fa la Protezione civile palestinese aveva parlato di «770 uccisi solo negli ultimi 19 giorni» e solo nel nord della Striscia. Ma il numero delle vittime è destinato a ingrossarsi ancora. Giorno dopo giorno. L’ultima testimonianza dell’orrore arriva da Manara, a sud di Khan Yunis, sud della Striscia di Gaza. Secondo l’emittente al-Jazeera, che ha citato fonti mediche, il raid israeliano ha provocato la morte di 38 persone. Tra le vittime ci sono 14 minorenni rimasti soffocati a causa del fumo dei missili israeliani. Di questi, 13 appartenevano alla stessa famiglia. «Molti cadaveri giacciono a terra nell’ospedale Nasser», ha raccontato l’emittente del Qatar, mentre genitori e parenti danno l’ultimo saluto alle vittime, che sono state trasferite per la sepoltura. Testimoni confermano che i residenti in queste aree non erano stati avvisati prima di essere colpiti. Altro epicentro delle violenze è l’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza. L’Idf ha assediato la struttura medica, secondo quanto ha riferito l’agenzia palestinese Wafa. Sempre secondo fonti palestinesi, le forze israeliane hanno fatto irruzione ieri mattina nell’ospedale e hanno ordinato ai pazienti di spostarsi nel cortile principale mentre eseguivano arresti di massa. Almeno 150 tra pazienti e personale «sono rimasti intrappolati». L’irruzione è avvenuta un giorno dopo che i carri armati israeliani hanno bombardato il complesso dell’ospedale, una delle poche strutture mediche funzionanti rimaste nel nord dell’enclave. L’Alto commissario Onu per i
diritti umani Volker Turk ha parlato dell’ «ora più buia» per il nord di Gaza dall’inizio della guerra e di «crimini atroci». E Joe Biden ha aggiunto che «ci sono tanti innocenti uccisi a Gaza e tutto questo deve finire». James Elder dell’Unicef ha accusato: meno di un bambino al giorno viene evacuato per motivi medici da Gaza, mentre prima erano 300. A questo ritmo, «ci vorranno più di sette anni per evacuare i 2.500 bambini che necessitano di cure mediche urgenti». I bambini di Gaza «stanno morendo e non solo per le bombe e i proiettili », ha attaccato Elder. Resta poi imprecisato il numero delle vittime dell’attacco avvenuto giovedì sera. Nel mirino un complesso residenziale nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia. Le vittime, tra feriti e uccisi – secondo l’agenzia Wafa – sarebbero 150. Secondo fonti locali citate dalla stessa agenzia almeno dieci case nella zona di Al-Houja a Jabalia sono state devastate dagli attacchi israeliani. Gli abitanti della zona colpita hanno lanciato appelli urgenti per chiedere assistenza per il trasporto dei feriti. Le squadre di soccorso hanno incontrato notevoli difficoltà nel raggiungere la scena a causa dei continui attacchi. L’Idf ha fatto sapere che tre soldati israeliani hanno perso la vita; due avevano 22 anni, uno 21. Altre 15 vittime, dice Hamas, sono state causate da un raid a Gaza contro un gruppo di civili in attesa di una distribuzione di aiuti. Altre vittime in Libano. Almeno tre giornalisti sono stato uccisi in un raid aereo israeliano contro una guesthouse dove alloggiavano anche altri reporter vicino al confine con la Siria.
Tra le vittime, un cameraman e un ingegnere dell’emittente filoiraniana al-Mayadeen e un cameraman che lavorava per la tv al-Manar di Hezbollah. E mentre si tenta di rianimare il fantasma della tregua a Gaza, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken – dopo aver incontrato a Londra il primo ministro libanese, Najib Mikati – ha assicurato di avere la coscienza dell’«urgenza di raggiungere una soluzione diplomatica e una piena applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu». In un faccia a faccia con Blinken, il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi ha chiesto che Israele cessi « la pulizia etnica» dei palestinesi: «Le armi devono tacere». Il filo dei negoziati, mille volte strappato, riuscirà a raggiungere l’obiettivo che in pochi vogliono davvero?
In serata, inoltre, il vertice di Hamas (o ciò che ne resta) ha fatto sapere di aver rifiutato la fuga “garantita” da Gaza in cambio degli ostaggi.