Dal Tribunale di Catania arriva una seconda bocciatura del decreto Cutro. Dopo Iolanda Apostolico, finita nella bufera per il video che la riprende a una manifestazione pro migranti, un altro giudice non ha convalidato come lei il trattenimento di altri sei migranti, nel Cpr di Pozzallo, che era stato disposto dal questore di Ragusa. Il decreto di Rosario Cupri, anch’egli appartenente al gruppo di magistrati specializzato per i diritti della persona e dell’immigrazione della prima sezione civile del Tribunale di Catania, è di fatto la fotocopia di quello con cui Apostolico ha liberato quattro richiedenti asilo tunisini.
Intanto infuria la polemica per un terzo video, divulgato ieri dalla Lega, della donna in mezzo alla protesta in difesa dei migranti, il 25 agosto 2018. Stavolta la si vede battere le mani al ritmo dello slogan «Siamo tutti antifascisti» che i manifestanti urlano contro polizia e carabinieri. Accanto a lei c’è il marito Massimo Mingrino, funzionario del tribunale di Catania. E le immagini alimentano ulteriormente la polemica e la richiesta delle dimissioni di Apostolico da parte della Lega.
«Assordante silenzio dopo il terzo video sulla magistrata in piazza contro il Ministro Salvini – scrive il Carroccio in una nota – tra accuse volgari alla polizia, cori e battimani. Solidarietà alle donne e uomini delle forze dell’ordine, è scandaloso che non siano ancora arrivate le dimissioni dell’interessata. La riforma della Giustizia si conferma urgente e necessaria».
Sul caso interviene anche il Guardasigilli Carlo Nordio che in un’intervista a Libero stigmatizza l’atteggiamento della giudice che poteva ma non doveva partecipare a quella manifestazione: «I limiti di un magistrato sono ormai fissati da varie pronunce della Giurisprudenza, ma soprattutto dalla deontologia e dal buon senso. Più manifesta le sue idee politiche, più vulnera la presunzione di imparzialità». Alla domanda se la donna dovrebbe dimettersi, Nordio risponde: «Il ministro della Giustizia non può esprimersi su questo caso specifico, prima di aver acquisito tutti gli elementi necessari».
Ma i leghisti insistono sulla necessità di un passo indietro della magistrata. Il vicesegretario del partito, Andrea Crippa: «Nel terzo video non troviamo nessun elemento di imparzialità, compostezza e terzietà che sono invece alla base del lavoro di ogni magistrato. Non però della Apostolico che deve dimettersi».
A scandalizzarsi per il terzo video è anche il deputato leghista Anastasio Carrà, che si è congedato dai carabinieri dopo 39 anni di servizio: «Per il mio passato nell’Arma sono stato additato come colui che ha ricevuto il primo video della Apostolico al molo di Catania girato da un carabiniere in servizio. Non è vero, non l’avevo visto prima che Matteo Salvini lo pubblicasse sui social. Stanno tutti a interrogarsi su chi ha consegnato quel filmato a Matteo invece di concentrarsi sulle dimissioni dal suo incarico di Iolanda Apostolico».