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5 Novembre 2022L’appuntamento è per oggi alle 12 in Piazza della Repubblica a Roma, a due passi dalla stazione Termini. Arriveranno li da tutta Italia associazioni, reti, singoli cittadini che hanno aderito alla piattaforma lanciata da EuropeForPeace e che si riassume nella richiesta di cessate il fuoco e negoziato subito, di una Conferenza di pace promossa dall’Onu e della messa al bando tutte le armi nucleari. In nome della solidarietà con il popolo ucraino e con le vittime di tutte le guerre. È una piattaforma larga che ha rinunciato a molti distinguo proprio perché vi aderisse il maggior numero di persone. Dopo un’ora, verso le 13, il corteo si muoverà da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza San Giovanni, dove alle 15 inizieranno gli interventi dal palco.
«OGGI SPERIAMO IN UNA PIAZZA piena perché – dice Sergio Bassoli di Rete Pace Disarmo – si è mosso il fiume del popolo della pace. Abbiamo lavorato intensamente per costruire una piattaforma che è l’agenda di questo popolo, e siamo uniti non solo nella piazza ma siamo uniti nella richiesta di pace che abbiamo condiviso e che faremo vivere, in piazza e dal giorno dopo, fino a quando questa guerra non cesserà». Gli fa eco Gianpiero Cofano di StopTheWarNow, la rete delle “carovane di pace” in Ucraina. «Saremo a Roma, dove è importante manifestare, ma continuiamo a manifestare anche in Ucraina attraverso i volontari che si trovano a Odessa e Mykolaiv, perché non abbiamo voluto lasciare da sole nemmeno per un giorno le vittime di questo atroce conflitto. E così continueremo con la nostra presenza lì e nuove carovane».
Ci sono tutte le sigle che hanno aderito alla piattaforma di EuropeForPeace: sigle – di reti, associazioni, Ong – che hanno preparato questa giornata con moltissime iniziative.
Sono tantissimi infatti gli eventi che hanno accompagnato la preparazione della manifestazione di oggi. Iniziative che non si sono limitate al cosiddetto weekend delle “cento città” che ha visto appunto un centinaio di realtà grandi e piccole organizzare eventi, presidi, convegni o concerti. Sabato scorso per esempio si è svolto un flash mob per la pace a Milano dove una cinquantina di persone si sono raccolte, vestite di bianco e mostrando cartelli con la scritta «pace» in tutte le lingue del mondo, intorno alle parole de La Tregua di Primo Levi, lette ad alta voce nel silenzio della piazza.
ALLA VIGILIA dell’appuntamento di oggi a Roma, il Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi, insieme a centinaia di organizzazioni e personalità, ha lanciato l’appello «Cura, non bombe» perché, dice l’appello, «la vera sicurezza di cui ci dobbiamo preoccupare è la sicurezza delle persone». E se la Perugia-Assisi è un simbolo del cammino per la pace, un altro luogo fortemente simbolico è Sant’Anna di Stazzema la cui adesione arriva dai «camminatori e dalle camminatrici che, l’agosto scorso, partendo da Monte Sole hanno raggiunto S.Anna di Stazzema, congiungendo i luoghi e i resti delle due stragi nazifasciste».
Infine, a testimoniare l’ampiezza delle adesioni, si può citare quella del Wwf Italia, «che aderisce condividendo spirito e contenuti della piattaforma nazionale» così come quella di MicroMega, rivista certo generalmente non tenera col movimento per la pace.
Un’adesione particolarmente calorosa è poi quella giunta da Matteo Zuppi, cardinale arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha affidato alle pagine di Avvenire una lettera a «chi marcia per la pace». Rivolgendosi a marciatrici e marciatori, Zuppi sottolinea che «…alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare… invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con se stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra». «Ricorda – dice ancora a chi oggi manifesta a Roma – che manifesti anche per i tanti che non possono farlo… nel mondo ci sono posti in cui parlare di pace è reato e se si manifesta si viene arrestati! Grida la pace anche per loro!». «La pace mette in movimento. È un cammino», aggiunge il cardinale e cita don Tonino Bello, un simbolo per tutto il movimento per la pace: «È un cammino in salita» e, diceva Bello, «occorre una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno».
Un impegno che non può dunque consumarsi oggi anche se la giornata del 5 affronta, appunto in salita, anche il tema della capacità di questo movimento di essere, oltre che vitale e attivo, anche pragmatico e chissà – almeno in parte – risolutivo».
La piattaforma del 5 novembre e le iniziative di questi giorni si possono leggere su retepacedisarmo.org/europe-for-peace/ e su sbilanciamoci.info/la-piattaforma-del-corteo-nazionale/.