Fossi: “Il centrosinistra può vincere nelle città ma ora Renzi scelga da che parte stare”
di Ernesto Ferrara
Segretario Fossi, il vento di Schlein spinge gli iscritti del Pd, riconquisterete Pisa, Siena e Massa?
«Il vento di Elly si sente. Nelle piazze, a Firenze un mese e mezzo fa, a Bologna con i sindacati. La segretaria è stata accolta dagli applausi e da un clima cambiato. Siamo a più di 2 mila nuovi iscritti in Toscana in questo momento. Partite che sembravano chiuse oggi sono aperte, ovunque: possiamo ribaltare i risultati di 5 anni fa. C’è un clima di polarizzazione, la partita è tra noi e la destra».
Conte dice che il dialogo con la sinistra può nascere sul civismo e loda il modello Pisa: sarà Pd-5S Stelle il nuovo asse toscano?
«Dal giorno dopo le amministrative apriremo un cantiere: faremo appello a tutte le forze del centrosinistra, dai progressisti ai moderati, per costruire una proposta politica e programmatica innovativa. Se Pisa ci insegna qualcosa è che è le alleanze partono da programmi e da un’idea di città. A tavolino non si fa nulla.
Dobbiamo costruire una nuova cornice regionale e metterci a disposizione. Serve un fronte unito e popolare di centrosinistra alternativo alla Meloni, che taglia la spesa sanitaria e sociale, se la prende coi poveri, aumenta il precariato».
Praticamente da nessuna parte andate con il Terzo Polo, è una storia finita?
«Per noi no, ma non mi sfugge che in questo passaggio amministrativo siano andate così le cose. Per noi fino a prova contraria le forze centriste hanno piena cittadinanza per costruire un fronte alternativo alla destra. Va capito se anche loro la pensano così».
Renzi continua a cannoneggiare su Nardella e scippa eletti al Pd. Non ritiene che una riflessione sull’opportunità di mantenere l’alleanza con Iv vada fatta?
«Da dopo le elezioni discuteremo anche di questo. Alle operazioni di palazzo rispondiamo con uno stato di salute del Pd che non riscontravamo da anni: non perdiamo pezzi ma acquisiamo consenso e nuovi iscritti.
Faremo una festa del tesseramento aprendo per un giorno tutte le sedi Pd, compresa via Forlanini. Al di là dei numeri delle amministrative ci interessa capire se c’è la voglia di costruire percorsi insieme per le amministrative 2024 – Livorno, Prato, Firenze e tantissimi Comuni – come per la Regione. Per noi Iv è un alleato importante ma non siamo disponibili a esser oggetto di attacchi continui».
Sullo stadio non ha ragione Renzi a dire che i soldi del Pnrr erano meglio per le case popolari?
«Questa alternativa non esiste, è una polemica fine a se stessa. A Firenze Iv è in maggioranza, ai tempi in cui si è scelto di riqualificare il Franchi, visto che le alternative non erano andate in porto, c’era modo per discutere. Il Franchi è un patrimonio della città che non può essere abbandonato, i soldi che ci sono servono a non farlo diventare un buco nero».
L’area Schlein avrà un proprio candidato a Firenze? Schiererà Monia Monni? O va bene Sara Funaro?
«A Firenze, come altrove, il Pd e la maggioranza hanno il compito di governare la città fino all’ultimo giorno, non dobbiamo distrarci da questo. Nel frattempo dobbiamo costruire un’alleanza forte attorno a un’idea di città che valorizzi i grandi cambiamenti positivi degli ultimi anni ma prenda di petto anche la questione sociale e ambientale. Poi sceglieremo la candidata o il candidato adatto a rappresentare la città, non una parte del Pd o un’altra. Ci sarà un percorso che vedrà protagonista il partito locale. Il Pd regionale avrà una voce forte».
Ha fatto la segreteria regionale?
«Sarà di una quindicina di persone, a giorni la ufficializziamo. Avrà il segno chiaro dell’esito congressuale ma sarà plurale, con una rappresentanza anche di chi ha perso il congresso».
Possibile non riusciate a trovare una soluzione per l’impianto dei rifiuti dopo il no di Empoli?
«Su questo tema nei prossimi giorni il Pd convocherà una riunione tra la Regione e i sindaci dell’Ato Toscana centro perché dobbiamo fare delle scelte. Serve che tutti si sentano coinvolti in questa scelta decisiva: il gruppo dirigente è fatto dalla politica, ma anche da associazioni di categoria e rappresentanze, dobbiamo remare tutti dalla stessa parte».
I dati delle liste d’attesa li ha visti? Aveva chiesto una scossa a Giani, dove sono i risultati?
«In due mesi non si fanno miracoli.
Su una serie di partite col governatore abbiamo lavorato bene insieme, come sul Cpr. Sulla quotazione in Borsa della multiutility abbiamo dato una svolta. Sulle liste d’attesa ora servono segnali netti. I tempi vanno ridotti, è una priorità. E siamo al lavoro per farlo».