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9 Maggio 2023Amministrative Siena, Winpoll: “Sondaggio diffuso da Destinazione Terzo Polo è falso, non l’abbiamo realizzato noi”
9 Maggio 2023di Pierluigi Piccini
A me piace la politica. La politica ha una sua bellezza che va scoperta insieme alla razionalità che porta con sé: i fatti politici per essere interpretati fino in fondo non devono scendere sul piano personale, ma fermarsi ai fenomeni che producono, altrimenti tutto diventa soggettivo. L’accortezza consiste nel legare ai nomi gli accadimenti, nomi che diversamente rimarrebbero vuoti e quindi insignificanti. In fondo la bellezza in politica assomiglia al gioco degli scacchi per le mosse e contromosse, nonché per la necessità di anticipare e comprendere i movimenti degli avversari. Alla luce di tutto ciò e con un indifferenza totale nei confronti dei nomi coinvolti proviamo ad analizzare il post, tanto discusso di Simone Vigni: “A meno di una settimana dalla conclusione di questa mediocre campagna elettorale mi torna in mente tutta la strada percorsa dal tardo pomeriggio del 9 gennaio dove alle 19,30 ci incontrammo al mio studio con Massimo Roncucci Franco Ceccuzzi, Mario Ronchi e Anna Ferretti e iniziammo un percorso politico che ha restituito credibilità al Pd dopo anni d’incertezze, consentito di fare le primarie, e scombinato i piani di chi non voleva che il Pd si presentasse alle comunali con il proprio simbolo. Vorrei che anche oggi si parlasse di temi e di come migliorare il futuro di questa comunità, invece di nascondersi dietro logiche e argomenti che i cittadini fanno fatica a capire. E’ questa la strada per far vincere il Pd e Anna Ferretti, ed eleggere Luca Micheli e Giulia Mazzarelli”.
Perché fare riferimento a una data così precisa che porta con se addirittura l’ora della riunione? Probabilmente l’aver ricordato i partecipanti e i dettagli in un modo precisissimo, potrebbe significare qualcosa come un accordo preso tra le parti. Accordo che necessita di essere rammentato. La nota di Vigni esce all’indomani della intervista della Ferretti a Giulia Maestrini, nella quale prende le distanze da Nicoletta Fabio e Massimo Castagnini facendo notare, inoltre, che sono gli unici esponenti della destra. A chi strizza l’occhio, a Montomoli? Ricordate che Montomoli era disponibile a fare le alleanze con tutti i partiti senza dare importanza alla provenienza. Elemento quest’ultimo che bisogna sottolineare e mettere da una parte per un futuro prossimo venturo. Ma la Ferretti prende le distanze nell’intervista anche da Franco Ceccuzzi, dicendo che non lo sentiva da Natale. Al di là del nome specifico questa dichiarazione non si allontana solo da Ceccuzzi ma dalla stessa riunione del nove di gennaio che Vigni ha voluto rammentare, dove era presente anche il segretario comunale. È una chiave di lettura? Probabilmente.
Ci fa anche sapere che questo gruppo si è opposto alla creazione di un fronte unico con le liste civiche, come invece aveva proposto Enrico Letta durante la sua candidatura per le politiche a Siena. I sodali del 9 gennaio si sono battuti per conservare il simbolo del partito: fatto rilevante perché indirettamente riconosce che altri iscritti erano su posizioni diverse. Le conseguenze delle decisioni, nel bene come nel male, si vedono sempre dopo le scadenze. Se i fatti portano un successo, allora anche gli errori diventano positivi e in questa logica vengono letti ma può accadere anche il contrario, con tutte le conseguenze che ciò comporta.
La volontà affermata ha consentito di fare le primarie, collegamento non molto chiaro, ma che viene citato e quindi necessita di essere analizzato. L’aver voluto fare le primarie e rivendicare di averle fatte, dopo la vittoria della Ferretti lega, inevitabilmente e sempre più, la vincitrice al gruppo menzionato da Vigni. Allora perché la Ferretti data l’ultimo dei suoi contatti con qualcuno presente alla riunione solo a Natale? Probabilmente perché a pochi giorni dal voto ha bisogno di smarcarsi e rivendicare una propria autonomia: ma sarà poi vero? Dalla risposta che la candidata a sindaco fa alla nota sopra riportata non sembra: “E ti devo ringraziare (Simone Vigni) per tutto l’aiuto dato per allestire la sede e tenerla aperta insieme ad altre persone coinvolte e convinte dal nostro progetto”.
Se questa interpretazione dei fatti è corretta allora tutto potrebbe tornare: l’uscita del Vigni serve a ricordare un accordo per ora tutto politico, mentre la nota della Ferretti ribadisce che nulla è cambiato.