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4 Ottobre 2023Siena, è morto a 82 anni l’ex dirigente Pci. «La sua politica di grandi ideali e cultura»
Aldo Tani
siena «Un signore della politica, un bravo compagno, un amico dei vecchi tempi». Tratti distintivi che Giulio Quercini, scomparso ieri a 82 anni (li avrebbe compiuti a dicembre), aveva forgiato tra le fila delle Federazione giovanile comunista. In quella stagione lo aveva avvicinato Valdo Spini, futuro ministro dell’Ambiente ma al tempo giovane socialista, che aggiunge un altro ricordo: «Quanti dibattiti in Toscana, accesi, impegnati mai ostili».
Prima di lasciare il segno nella propria regione, essendo nato a Siena nel 1941, si era spinto fino a Catania, dove nel 1972 era stato inviato a guidare la Fgci. Un’altra tappa verso la segreteria toscana del Pci, arrivata nel 1978 e mantenuta fino al 1987. Una data cruciale per Quercini, che dopo sette anni lascia la carica da consigliere regionale e viene eletto a Montecitorio, nel collegio Firenze-Pistoia. A Roma avvia una stretta collaborazione con il segretario Achille Occhetto e viene nominato capogruppo alla Camera del Pci (e poi del Pds, della cui formazione ebbe un ruolo primario): incarico che mantiene dal giugno 1990 fino alle elezioni del 1992.
«Una notizia improvvisa e grave che colpisce duramente e toglie il respiro — sottolinea l’ex presidente regionale Vannino Chiti — È morto improvvisamente Giulio Quercini, un compagno e un amico. Abbiamo lavorato tanti anni insieme al comitato regionale del Pci. Non ci eravamo mai persi di vista. Il 26 ci eravamo visti a Fiesole a una iniziativa su Berlinguer. Avevamo anche scherzato. Ora non c’è più».
L’ex segretario comunista non aveva lasciato un segno soltanto sulle persone con le quali aveva condiviso i palcoscenici politici, perché Quercini si era rivelato fonte di ispirazione anche per le generazioni più giovani. Lo rivela la sentita testimonianza di Dario Parrini. «Per Giulio non vi era contraddizione tra la difesa appassionata dell’unità del partito e la determinazione nell’ingaggiare con coraggio e lucidità battaglie di rinnovamento: le reputava due facce della stessa medaglia — evidenzia il senatore Pd — Amava lo studio e la cultura, ha sempre considerato un dovere la lotta alla demagogia e alla superficialità, detestava faciloneria e cedimenti al populismo. Mi ha regalato insegnamenti di rigore e di analisi che non dimenticherò mai».
Parole al miele che fanno il pari con quelle espresse dal sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Quercini apparteneva a quella generazione di dirigenti politici, tra cui, prima di lui lo stesso Giorgio Napolitano, che consideravano la politica come una missione di vita, un servizio alla comunità e ai grandi ideali della società». E anche dal presidente regionale Eugenio Giani: «La Toscana perde un’autorevole personalità politica, di grande spessore culturale e di spiccata tensione etica. La notizia della sua scomparsa è motivo di profonda tristezza». «È stato un dirigente di primo piano, interprete di un riformismo bello, sano e di visione della sinistra toscana e nazionale» aggiunge il segretario Dem toscano Emiliano Fossi.
La camera ardente sarà aperta oggi all’Antiquarium Costantini di Fiesole dalle 14.30 alle 16.30.
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