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18 Febbraio 2023Per Siena, ieri sera parlando del futuro della Città
18 Febbraio 2023Tonini (Cna): catastrofe sociale. Massai (Ance): cantieri fermi. Uno spiraglio per lo sblocco dei crediti
Silvia Ognibene
Il Superbonus è stato sepolto. Da ora in avanti chi vorrà ristrutturare casa dovrà pagarsi i lavori e potrà beneficiare solo delle detrazioni fiscali: cadono infatti i meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura. Associazioni di categoria e sindacati temono ora che il boom delle costruzioni si sgonfi, con un impatto pesante su giro d’affari e posti di lavoro. «La decisione del governo di bloccare le cessioni del credito e gli sconti in fattura creerà anche in Toscana una vera catastrofe sociale», ha detto il presidente di Cna Luca Tonini: «Migliaia di aziende e di posti di lavoro a rischio». Parla di «provvedimento insensato» il presidente di Ance Toscana Rossano Massai, sottolineando che il decreto «colpisce le imprese quanto le famiglie; perché migliaia di aziende rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno, con pesanti conseguenze anche per i privati che hanno commissionato i lavori». L’assessore alle attività produttive Leonardo Marras chiede a Roma di rivedere lo stop all’iniziativa degli enti locali che si erano detti disposti ad acquistare i crediti fiscali, mentre i sindacati si dicono pronti alla mobilitazione.
In Toscana le imprese edili associate ad Ance sono 52.700, oltre 35 mila quelle di Cna. Il futuro è ipotecato, ma c’è anche da gestire la fase attuale con montagne di crediti che si sono incagliati dopo la stretta voluta, nel novembre 2021, dal governo Draghi che ha causato il blocco di migliaia di cantieri. Le imprese, infatti, pur avendo il credito custodito nel loro cassetto fiscale, sempre più spesso si sono rivolte alle banche per farselo convertire in liquidità ma si sono sentite opporre un rifiuto. Soprattutto perché con le modifiche introdotte correvano il rischio di vedersi sequestrare i crediti nel caso emergessero irregolarità nei cantieri. Sull’ammontare dei crediti incagliati circolano cifre molto distanti tra loro, da 8 a 15 miliardi. Per la Toscana azzarda una stima il presidente di Ance Massai, che indica come plausibile la cifra di 900 milioni di euro. E si può stimare che in Toscana siano circa 6 mila i cantieri avviati con il Superbonus e ad oggi da concludere. Secondo la banca dati dell’Enea, in Toscana risultano partiti 29.623 cantieri, con investimenti per oltre 4 miliardi. Il 79,1% dei lavori — per un controvalore di 3,2 miliardi — è concluso. Il totale delle detrazioni previste al termine di tutti i cantieri è di 4,5 miliardi dei quali ad oggi 3,5 miliardi già maturate perché relative a lavori conclusi. Ad oggi risulta concluso il 72,3% dei cantieri relativi a condomini; l’81,2% delle villette unifamiliari e l’85% delle case a schiera. L’investimento medio per ciascun intervento è pari a 457 mila euro nei condomini; 107 mila per le monofamiliari; 91 mila per le case a schiera. Stante che il 20% dei lavori avviati con il Superbonus deve essere concluso, si può stimare che siano in corso circa 6 mila cantieri per 800 milioni di investimenti.
Adesso il governo Meloni ha bloccato tutto: da ora in poi le famiglie non potranno chiedere lo sconto in fattura; le imprese non potranno cedere i loro crediti a banche e altri intermediari finanziari per farseli convertire in cash. Chi vorrà restaurare casa dovrà avere la liquidità per pagarsi i lavori, oppure prendere un mutuo (con i tassi alle stelle). Una mazzata per l’edilizia. E resta da sanare il pregresso, ovvero sbloccare i crediti relativi a cantieri già avviati e che le imprese non sono riuscite a cedere alle banche, finendo in una morsa (hanno crediti virtuali nel loro cassetto fiscale, ma non hanno la liquidità per andare avanti). Su questo il decreto del governo apre uno spiraglio perché dice (Art.1, lettera b) che non si possono sequestrare i crediti delle banche se emergono irregolarità nei cantieri, sempre che, ovviamente, la banca abbia agito in buona fede. «La circolare di Abi che interpreta il decreto spiega che questa disposizione servirà a riattivare le compravendite dei crediti per sanare il pregresso — dice Antonio Chiappini, coordinatore degli edili di Cna Toscana — Ci auguriamo che questa interpretazione sia corretta. Almeno si toglierebbe il cappio dal collo alle aziende che sanno già morendo». Per Ance però i tempi sono troppo lunghi per le imprese ormai in asfissia e chiede al governo una «misura tempestiva».
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