I trasporti
Le prescrizioni del ministero farebbero salire la spesa per la nuova pista, per bilanciare è in bilico l’aerostazione con vigna sul tetto
diErnesto FerraraAeroporto, la dieta del cemento. Ma con un addio che farà rumore, quello al famoso vigneto sul tetto da 8 ettari progettato dall’archistar argentina Rafael Vinoly. Nel bel mezzo dell’ennesima estate di limbo su Peretola l’ipotesi di un’altra revisione del progetto del nuovo aeroporto di Firenze rimbalza sui tavoli degli enti locali e di Toscana Aeroporti, cioè della società che gestisce gli scali toscani e che insieme ad Enac è titolare della procedura. Sono le super prescrizioni del Ministero dell’ambiente arrivate un mese fa a spingere la svolta. E le novità che stanno emergendo sono piuttosto clamorose. La sottocommissione ministeriale che ha esaminato la richiesta di valutazione d’impatto ambientale presentata per la nuova pista e la nuova aerostazione fiorentine ha sostanzialmente rilevato la necessità di misure di tutela ambientale e idraulica molto severe, tali da fare crescere in maniera significativa i costi del progetto fin qui stimati.
Opere di impermeabilizzazione, soprattutto. Necessarie alla luce della pericolosità dell’area della Piana, come l’alluvione del novembre scorso ha ancora una volta dimostrato, ma conseguenza anche delle generose previsioni di nuovi volumi contenute nel masterplan. Una su tutte quella della nuova moderna aerostazione, un mega terminal da 40 mila metri quadrati con centinaia di filari di uva sulla copertura che avrebbe dovuto sostituire quello attuale, destinato a diventare un’area direzionale con centro congressi. Il mix dell’aumento dei costi e della necessità di ridurre l’impatto sta ora convincendo Toscana Aeroporti dell’opportunità di uno stralcio di quell’ipotesi. Niente modifiche alla nuova pista, 2.200 metri nella nuovaversione inclinata quasi parallela all’A11 ma col cono di volo verso Case Passerini e non verso Sesto Fiorentino. Meno cemento per il terminal faraonico fin qui immaginato vorrebbe però dire meno soldi e anche meno impatto. E per questo l’idea di rinunciare al nuovo terminal con vigneto sul tetto si sta ora facendo strada. Significherebbe non costruire quarantamila metri quadrati. Con buona pace del vigneto. Ma forse anche con la possibilità di aumentare le chance di avere il via libera alla Via dal ministero entro l’anno per partire coi lavori nella primavera- estate del 2025.
Toscana Aeroporti non commenta ufficialmente la notizia. Fa solo sapere che i suoi tecnici sono a lavoro anche in queste settimane per rispondere formalmente al parere della sottocommissione ministeriale Via, l’atto che ha di fatto complicato di nuovo la strada della pista di Peretola. La società guidata da Roberto Naldi e Marco Carrai sta elaborando controdeduzioni mirate punto per punto su ogni aspetto ambientale. Il tema di un aumento dei costi appare tuttavia già ineludibile, sia alla società che agli enti locali. Le previsioni iniziali che parlavano di 250- 300 milioni di euro sarebbero destinate a salire. A meno di non risparmiare altrimenti sacrificando il super terminal che stando al progetto attualmente in esame dovrebbe nascere accanto all’aerostazione esistente, accanto al capolinea della tramvia. Non facendolo si otterrebbe anche una riduzione dell’impatto ambientale non banale anche perché si tratta di 40 mila metri quadrati che non vedrebbero la luce. Certo l’attuale aerostazione andrebbe adeguata con un allargamento e una diversa distribuzione degli spazi interni. Ma i costi sarebberoinfinitamente minori. Non stimabili al momento ma decine dimilioni in meno.
Il governatore toscano Eugenio Giani è al corrente dell’ipotesi, come lo sono in Palazzo Vecchio. L’obiettivodi ottenere lo storico via libera alla nuova pista di cui si parla da 50 anni non spinge né il Comune né la Regione a sbracciarsi per il super terminal con vigna. Un’aerostazione più piccola, frutto di un compromesso economico e ambientale, sarebbe sostanzialmenteben vista. Tanto Giani quanto l’assessore Bettarini sono del resto tornati dal vertice col ministro a Roma nelle scorse settimane soddisfatti di aver incontrato una discussione tecnico- economica e non insormontabili veti politici sul Vespucci. La proprietà argentina di Toscana Aeroporti, i manager di Eurnekian, hanno il dossier sul tavolo. Da tempo c’è chi li descrive come ormai demotivati sul progetto di Peretola viste lungaggini e guerre politiche passate e future ( la Piana è già pronta di nuovo a ricorrere al Tar) e visto anche che le migliorie tecnologiche rendono oggi l’aeroporto di Firenze capace di numeri record anche con la pista esistente. Che però avrebbe bisogno di lavori di contenimento acustico molto onerosi. Metà di quanto costerebbe fare il masterplan, si stima. Tanto vale fare nuova pista e nuovo scalo allora, pare sia il ragionamento degli argentini. Anche se occorrerà forse rinunciare al super terminal con vigna.