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La nota di Confesercenti
Dopo Sunia e Cgil anche Confesercenti chiede regole per frenare il fenomeno degli affitti brevi in città. «Intervenire sugli affitti brevi è una necessità nei confronti di chi fa impresa, oltre che di chi cerca casa. È una questione di buon senso: se vogliamo un futuro per i centri storici dobbiamo agire ora per evitare che perdano vita, e attrattività – ha spiegato Andrea Ginestrini, presidente provinciale di Assohotel -. Nel documento pre-elezioni si notava come le locazioni turistiche stavano diventando sempre più un affare non tanto per i mono-proprietari, quanto per vere e proprie organizzazioni imprenditoriali che gestiscono residenze a scopo turistico con fiscalità agevolate. Da allora ci sono stati fatti nuovi, come la cedolare secca al 26%, ma non in misura proporzionata all’entità del fenomeno». La nota di Confesercenti arriva dopo quella di Sunia e Cgil inviata all’Osservatorio sulle politiche abitative istituito dal Comune riguardo le ricadute nell’economia e nel tessuto sociale della proliferazione di affitti brevi. «Questo tipo di offerta turistica, che di fatto è concorrenziale rispetto a quella delle strutture ricettive, continua a beneficiare di un percorso semplificato per l’avvio attività. Non è soggetta a Scia, l’esposizione prezzi facoltativa ed il trattamento fiscale – ha detto Ginestrini -. Il problema di equità diventa sempre più vistoso, anche perché a monte del comparto ci sono le grandi piattaforme che accumulano grandi utili soggetti a scarsa tassazione. In più, crescono i costi latenti per le comunità». Ginestrini rimarca come su questi temi l’associazione abbia chiesto più volte ascolto: «Alla Regione in vista del nuovo Testo unico del turismo, al Comune per un confronto sulle proposte avanzate. Su scala nazionale, Confesercenti chiede al Governo di far propri gli esempi virtuosi di intervento sul tema che arrivano dal resto d’Europa».
E.R.