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di Pierluigi Piccini
Andiamo alla sostanza di quello che è accaduto ieri mattina in Consiglio Comunale, lasciando da parte, per un momento, la spettacolarizzazione dell’avvenimento. Tutto ciò è accaduto quando si è trattato di votare la delibera sui debiti fuori bilancio. Delibera che doveva essere votata nel pomeriggio così come stabilito dall’ordine del giorno e dalla riunione dei capigruppo svoltasi il giovedì precedente. Ma Fazzi doveva tornare a Lucca.
Il Presidente ha indetto la votazione e i consiglieri di minoranza hanno dichiarato di non partecipare alla votazione come da prassi che consisteva nello sfilare la tessera di partecipazione. La prassi, sin qui sempre osservata, anche per quel che riguarda il Regolamento consiliare, è nel senso che i consiglieri che dichiarano di non prendere parte alla votazione vengono considerati assenti.
La prassi è talmente vera ed attuale che il Presidente Falorni, in esito alla votazione ha dichiarato la stessa nulla per mancanza del numero legale.
Una volta che la delibera sui debiti fuori bilancio non era stata approvata, si sono registrate convulse attività della maggioranza per tentare di rimediare alla brutta figura di una compagine che non riesce ad assicurare la propria presenza al momento del voto su una delibera che la stessa porta in approvazione. A quel punto il colpo di scena, colpo di teatro come è stato definito dallo stesso Falorni. Si è dato lettura dell’art. 62 terzo comma del Regolamento del Consiglio Comunale, in violazione della prassi sino ad allora sempre osservata nell’applicazione della norma suddetta. Solo alla ripresa dei lavori nel pomeriggio il Presidente ritornando sulla decisione già presa al mattino che aveva chiuso l’argomento ha decretato la deliberazione come approvata in quanto i consiglieri di minoranza non si sarebbero allontanati dalla sala. Approvazione avvenuta alla ripresa dei lavori dopo che il presidente, il vice presidente e il segretario facente funzione, Gianluca Pocci, hanno visionato il video della riunione consigliare del mattino.
L’incredibile vicenda ha realmente risvolti preoccupanti non solo perché la certificazione è successiva alla votazione già dichiarata nulla dal Presidente ma è avvenuta “a vista” sulla base dei filmati della seduta che, com’è noto, non hanno alcun valore probatorio. La correttezza avrebbe voluto che la votazione fosse stata ripetuta, magari dopo una riunione dei capigruppo, mettendo tutto il consiglio comunale a conoscenza delle “nuove” disposizioni, ripristinando, in questo modo la volontà dei consiglieri che in buona fede si erano comportati come da prassi. Inoltre, il voto sulla delibera in oggetto avrebbe dovuto essere preceduto da un appello nominale in modo da certificarne la reale presenza in Consiglio. Se si fosse tenuto questo iter con molta probabilità anche i lavori non avrebbero avuto la parentesi spettacolare. Problema. Anche questa procedura avrebbe comunque confermato che la delibera, con molta probabilità, non sarebbe stata approvata per mancanza del numero legale dovuta alle assenze della maggioranza. Questa è la questione vera che si è voluto aggirare.
Nel Consiglio Comunale di Siena è stato sperimentato un nuovo istituto fino ad oggi sconosciuto nell’ordinamento amministrativo: la certificazione a vista, successiva alla votazione e indipendente dalla volontà manifestata dei consiglieri di non prendervi parte.
P.S. Una curiosità, ma chi lo firma il verbale della delibera relativa ai debiti fuori bilancio?