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2 Dicembre 2025Il progetto Un impianto acustico di ultima generazione fa risuonare le piante: brani di giovani compositori di Fiesole e dall’archivio del Maggio
C’è un posto in pieno centro a Firenze dove si può andare a disegnare e ad ascoltar musica. Al Giardino delle Leopoldine, dentro al Museo Novecento — dove nell’ultimo anno cipressi, odori e arbusti toscani hanno mutato l’aspetto di questo piccolo hortus conclusus — da ieri risuonano brani di musica contemporanea scritti da quattro giovani compositori formatisi alla Scuola di musica di Fiesole, Simona Iorio, Diego Medelin, Francesco Sottile, Lorenzo Fazzini, e altri pezzi scelti dall’archivio musicale del Maggio musicale Fiorentino. In questo caso si tratta di pagine di musica dirette da Vittorio Gui (l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini e l’Après-midi d’un faune di Debussy) e da Daniele Gatti (il Coro muto e Un bel dì, vedremo della Butterfly e l’Apprenti sorcier di Dukas) ma col tempo ne arriveranno altri.
Funziona così: tu arrivi al Museo Novecento, chiedi all’ingresso fogli, tavola e carboncino (ma si può anche ascoltare e basta, solo che disegnando è più bello) poi scegli il brano come se ti trovassi davanti a un juke-box, dunque ti godi in giardino il pezzo scelto. Noi consigliamo di non tralasciare i giovani compositori, le loro musiche sono sorprendentemente belle. Il tutto, il suono si intende, ti investe con una qualità altissima e viene percepito con una modalità immersiva. E il perché è presto detto. Il progetto è stato interamente offerto al museo dalla Gluk, azienda fiorentina che, come ha spiegato Alberto Tofani, che ne è amministratore delegato, presentando l’installazione, «restituisce alle sonorità le loro più intrinsiche caratteristiche». In che modo? Invece di essere dotato di normali amplificatori dal giardino partono delle vibrazioni. Investono le piante, le pietre, la terra stessa dove sono stati installati 8 di questi impianti di ultimissima generazione. È una bellezza. Anche perché l’impianto è totalmente invisibile è l’impressione è davvero che a suonare sia il giardino stesso visto che la tecnica messa a punto da Gluk «trasforma le superfici in diffusori acustici capaci di generare un suono avvolgente, uniforme, integrato nell’ambiente avvalendosi di specifiche frequenze di vibrazioni — ha ricordato sempre Tofani — che oggi sono utilizzate per finalità terapeutiche a supporto di quelle tradizionali per i malati di Parkinson e di Alzheimer».
Il progetto, la cui genesi e ideazione si deve al direttore del Museo Novecento, Sergio Risaliti, è stata resa possibile, come si diceva, dall’azienda che non ha solo donato la tecnologia ma ha anche finanziato, con una borsa di studio per ciascuno, il lavoro dei quattro giovani compositori. E ovviamente se si è riusciti a condurlo in porto è anche grazie alla Scuola di Musica di Fiesole — la sovrintendente Anna Meo ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione tutta fiorentina che dà «visibilità alla musica contemporanea ancora poco o niente valorizzata — e al Maggio Musicale Fiorentino che ha offerto alcune perle del suo archivio sonoro. «Per il momento — ha spiegato Paolo Klun che ha preso parte alla presentazione al posto del sovrintendente Carlo Fuortes — sono stati selezionati questi brani, ma presto ne arriveranno altri. Si tratta di una collaborazione, quella tra il Maggio, dove il 19 Riccardo Muti dirigerà l’orchestra per i 50 anni dalla morte di Gui, e il Museo Novecento, strutturata da tempo. Basti pensare alle tante locandine d’artista, da quella di Ra Di Martino a quella di Mimmo Paladino, con cui è in dirittura d’arrivo un altro importante progetto».
Il valore aggiunto del giardino sonoro? È finalmente un investimento per nulla acchiappa-turisti. Tutti i fiorentini sono invitati dal lunedì alla domenica dalle 11 alle 20 (giovedì è chiuso) ad ascoltare buona musica e a disegnare.





