Il simbolo che vale più dei contenuti
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17 Maggio 2023L’analisi dell’istituto Cattaneo
ROMA — Avviso per Conte e Schlein. Nei comuni del Sud, a partire da Teramo, «la confluenza tra 5 stelle e Pd ha funzionato». E il ballottaggio di Brindisi, dove il centrodestra è in vantaggio, «potrebbe confermare la tendenza e ribaltare il risultato». Così il professor Salvatore Vassallo, direttore dell’Istituto Cattaneo, commenta con Repubblica l’analisi dei flussi elettorali nel primo turno delle Comunali dello scorso 15-16 maggio. Nel Centronord lo scenario è diverso. E più complicato si annuncia il lavoro della segretaria dem per mobilitare l’elettorato 5S. «Alle amministrative – continua Vassallo – i 5 Stelle tendono ad astenersi se considerano il loro candidato debole. Ed è difficile che la loro astensione cali nel secondo turno».
I numeri parlano chiaro. Nelle tre città simbolo del ballottaggio analizzate dall’Istituto – Ancona (4,9%), Vicenza (3,2%) e Pisa (6,3%)- sono rilevanti i flussi di elettori che alle scorse Politiche avevano votato 5S e che ora hanno scelto di rimanere a casa. Nella sfida di Vicenza «la componente di adesione dei 5 Stelle può essere decisiva», sottolinea Vassallo. Tanto più che il candidato del centrosinistra Giacomo Possa mai – si legge nell’analisi del Cattaneo – «sembra avere attratto molti più voti dall’astensione (anche grazie alle liste civiche) che dal M5S».
Stesso discorso per Pisa, dove «i 5 Stelle sono defluiti in buona parte verso l’astensione, mentre una buona quota di elettori che alle politiche 2022 avevano votato per Azione- Iv ha sostenuto il candidato del centrodestra». La città toscana si presta a una lettura con qualche chiaroscuro per il nuovo corso dem. Sia per l’impegno diretto di Schlein, sia perché Pisa rappresentava il modello di «ricomposizione e rimobilitazione della sinistra promossa dalla nuova leader Pd». La vittoria sfiorata per un soffio dal centrodestra rappresenta invece «il risultato del mancato apporto tanto da parte di elettori del Terzo Polo del 2022 quanto da parte degli elettori M5S».
Ad Ancona invece dove i 5S appaiono irrilevanti – avendo preso solo il 3,6% – non va sottovalutato un forte interscambio di elettori, rispetto al 2022, tra le due coalizioni. Il motivo? «Candidature solide in grado di parlare a diversi pezzi della città. Al di là della polarizzazione politica. Una dinamica simile a quella registrata a Brescia». Nonostante , in entrambi i casi, la discesa in campo della premier Meloni. Con la differenza che nel capoluogo marchigiano «gli elettori di centrodestra sono andati in massa a votare».