
Se la sinistra perde interesse per la cultura
16 Dicembre 2025




La scelta del sindaco di Fratelli d’Italia di avvalersi di un collaboratore come Marco Regni solleva più di un interrogativo politico, senza offrire risposte univoche. Regni è una figura che, per formazione e percorsi precedenti, sembra muoversi nell’area centrista di tradizione democristiana, quella che ha avuto nell’UDC e in Pierferdinando Casini un riferimento importante. Un’area ampia e sfumata, certo, che non consente letture meccaniche o appartenenze rigide, ma che resta riconoscibile per linguaggi, relazioni e cultura politica.
È lo stesso spazio in cui, in tempi e modi diversi, si è collocata anche l’esperienza di Alfredo Monaci a livello locale. Non si tratta di costruire filiere o di ipotizzare rapporti diretti, quanto piuttosto di cogliere una prossimità di mondi e di riferimenti che rende questa scelta tutt’altro che neutra.
Resta allora da chiarire cosa si intenda davvero per “allargamento”, espressione utilizzata da Fabio al momento della sostituzione – mai avvenuta – di Tucci. Se l’intento era quello di segnalare una discontinuità, l’impressione è che ci si muova invece lungo linee di continuità e sovrapposizione, all’interno di un perimetro politico già noto e ampiamente sperimentato.
Nulla di illegittimo, naturalmente. Ma anche le scelte presentate come tecniche o pragmatiche portano con sé un significato politico. Ed è su questo significato, oggi, che si concentrano le domande. La responsabilità, in ogni caso, resta interamente nelle mani del sindaco.