di Azzurra Giorgi
La media è di 11 cessazioni alla settimana. Da gennaio a giugno 2024, sono 304 le aziende del sistema moda che hanno chiuso la propria attività. Più che in tutto il 2023. Una situazione preoccupante segnalata da Cna Federmoda Toscana che ha elaborato i dati di “Movimprese” di Unioncamere. Numeri che seguono settimane e mesi di appelli e allarmi sul sistema moda toscano, e in particolare sulla pelletteria, dove 182 aziende (sulle 304) hanno cessato l’attività nei primi sei mesi dell’anno.
Imprese artigiane, per le quali le associazioni di categoria, coi sindacati, più volte hanno fatto appelli anche per via di una cassa integrazione – più breve di quella prevista per l’industria – che in diversi hanno esaurito da tempo. Secondo Cna Federmoda Toscana, in ogni caso, questa della moda non è una situazione congiunturale, ma « strutturale, che necessita di soluzioni rapide e straordinarie». I motivi stanno proprio nei numeri. A fine 2023 le imprese artigiane iscritte alle Camere di Commercio toscane nei settori di tessile, confezioni- articoli d’abbigliamento e fabbricazioni articoli in pelle erano 10.264, a giugno di quest’anno 9.960. 304 in meno, appunto. Con la pelletteria in particolare affanno, considerando che oltre la metà delle aziende che ha cessato l’attività era attiva in questo comparto. Per quel che riguarda le province, a Firenze mancano all’appello 112 iscrizioni nel settore pelletteria, un dato – spiega Cna – « molto preoccupante se si pensa che in tutto il 2023 avevano chiuso 20 aziende ». Poi c’è il capitolo cassa integrazione. Cna fa riferimento ai dati Ebret – l’ente bilaterale dell’artigianato toscano – dai quali emerge come, nei primi sei mesi dell’anno, sia più che raddoppiata la media di ore autorizzate nel settore tessile, passate dalle 63mila totali del 2023 alle circa 135.500 del gennaio-giugno 2024. Un salto importante, che resta comunque più basso di quello del settore pelli, cuoio e calzature, passati da una media di 200mila ore di tutto il 2023 alle circa 400mila ore del primo semestre dell’anno (contando anche l’industria, da gennaio a maggio, le ore di cig autorizzate calcolate da Inps sono 3 milioni in regione, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2023). Vestiario- abbigliamento si assestano, nel 2024, a 52mila ore ( 33mila nel 2023).
Numeri altissimi che “sconfinano” anche in settori collegati alla pellettiera, come quello dei metalli e della meccanica di precisione, dove le ore autorizzate – nei primi sei mesi del 2024 – sono più che raddoppiate ( 168mila) rispetto a tutto il 2023. Dati « ben peggiori delle aspettative, la tenuta della filiera della pelletteria in regione è a rischio» spiega Paolo Brogi, presidente del mestiere pelletteria di Cna Toscana, che auspica anche che si faccia il tavolo, «proposto da Giani, di confronto con le griffe » . Per il 6 agosto, il governo ha convocato un tavolo proprio per discutere della crisi. Associazioni e sindacati faranno le loro richieste, cercando di trovare possibili soluzioni a una crisi causata, come spiegato in questi mesi, dalla sofferenza di alcuni mercati, dall’aumento dei costi, dai conflitti internazionali e da un’ «euforia post-Covid» che aveva portato i brand a riempire i magazzini prima che si bloccasse il mercato. «Attendiamo con fiducia il tavolo, auspichiamo misure straordinarie per evitare le chiusure e una nuova progettualità per ripensare le filiere della moda con un’ottica di lungo periodo » conclude Paolo Pernici, presidente di Federmoda Toscana.