I Got The Same Old Blues J J Cale
25 Agosto 2022Turismo, prosegue il dibattito. Lezzi replica al Comune: “Confronto su dati pre pandemia va fatto col 2019”
25 Agosto 2022l’economia
La preoccupazione di Confindustria e Coldiretti. E Confcommercio lancia la protesta delle bollette esposte in vetrina
diFrancesca M. Chiamenti, Azzurra Giorgi
Bollette in vetrina, contratti energetici a rischio rinnovo, margini risicati, rincari, aziende a rischio chiusura. Quel che accadrà alle imprese toscane sarà più chiaro nelle prossime settimane. Ma che « l’autunno sarà estremamente duro e complesso» lo dicono già in molti. Basta guardare i costi di gas, energia, forniture. Spese che erodono gli utili, innescano aumenti e portano gli imprenditori ad appellarsi alla politica: « Fate qualcosa subito».
Perché se alle elezioni manca un mese, i problemi sono ora. Per questo Confcommercio Toscana invita tutti gli esercenti a esporre sulle vetrine le bollette del 2022 accanto a quelle del 2021. Per far vedere, nero su bianco, che i rincari vanno oltre il 300%. Ad aderire subito il Gran Caffè San Marco di Firenze: poco più di 4.800 euro la bolletta del luglio 2021, quasi 23mila nel 2022. « Le nostre imprese non hanno bisogno di lavorare, ma di guadagnare — dice il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni — . Un’azienda su 3 è a rischio chiusura. La politica deve prendere coscienza della situazione e far qualcosa subito, senza usare la tornata elettorale come scusa per rimandare scelte cui è legata la sopravvivenza del Paese». Davanti a bollette esorbitanti « alcuni stanno meditando di tirar giù il bandone in maniera definitiva, altri di concentrare l’attività in pochigiorni alla settimana» spiega il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano che non chiede «aiuti, meglio sgravare i bilanci da alcuni pagamenti obbligatori come quelli legati all’Iva».
Così, se qualcuno si è già imposto uno stop (la vetreria IVV, nel Valdarno, resterà ferma da metà settembre fino a fine anno), per altri potrebbe essere l’inizio dell’autunno il momento delle decisioni. Anche perché a fine settembre scadono i contratti con le aziende dell’energia. Vengono rinnovati ogni anno, ma questo non è come gli altri. Perché i « fornitori sono talvolta titubanti a sottoscriverli nel timore di non riuscire a garantire le forniture», come dice il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini, e lo stesso fa Tiziano Pieretti, coordinatore della Commissione energia e ambiente di Confindustria Toscana: «Trovare una soluzione a ottobre sarebbe troppi tardi. Sono tante le cose che rischiano di fermare le aziende, ma oggi questo è un problema enorme. E il governo ne è a conoscenza già da prima della caduta » . Quel che succederà se qualche contratto non venisse rinnovato non è chiaro, ma certo è che « gas ed energia saranno la voce maggioritaria di costo. L’Italia è la 2° manifattura europea: se va male ci perdiamo tutti» continua Pieretti.
Manifatturiero ma non solo. Secondo Coldiretti Toscana, in Regione l’ 11% di aziende agricole è a rischio chiusura (circa 5mila), mentre il 38% lavora a reddito negativo.
E intaccare solo i margini non basta più. A Firenze, la gelateria artigianale Sbrino con le sue 3 sedi ha rivisto il listino del 30%, perché «a luglio la bolletta era di 2.600 euro, mentre a maggio 1.178 » dice il titolare Simone Spaggiari. La Fornace Masini di Impruneta ha apportato aumenti «del 5-10%, ma per i manufatti molto grandi anche del 20- 30% — spiega la socia Costanza Masini — . Ci aiuta avere in Italia meno del 10% delle vendite, se lavorassimo solo qui ora saremmo in grande difficoltà. America, Corea, Nord Europa stanno avendo aumenti ma con loro riusciamo a essere competitivi». Settori come il cotto, appunto, non possono lavorare senza energia, e lo stesso vale per altri: « A luglio la bolletta era di 15mila euro — continua Giancarlo Bettazzi socio Confartigianato che oltre alla pasticceria Filippo e Giancarlo di Prato serve anche la grande distribuzione — . Ma non posso fermarmi e non posso tenere spento. Si cerca di usare il più possibile la luce naturale ma l’energia mi serve».
Che fare, dunque? Per Matteini la ricetta è questa: « Sì al piano di razionamento come extrema ratio, sì a un tetto al prezzo del gas che tenga conto delle priorità dell’economia nazionale, o ancor meglio provvedimenti a livello europeo. Sì ad analisi che individuino fattori speculativi. E non farei un tabù nemmeno nel finalizzare l’extragettito delle imprese fornitrici ad alleviare i disagi di imprese e famiglie » . Anche perché, conclude, «se le imprese chiudono, i dipendenti — anch’essi con bollette lievitate — vanno a casa».