È stata colpita da un voluminoso macchinario per l’imballaggio che le ha schiacciato le vertebre cervicali. È morta così, poco dopo le 16 di ieri, Anila Grishaj, 26 anni, vice-responsabile dello stabilimento di surgelati Bocon di via Montello, a Pieve di Soligo, Treviso, in cui lavorava da oltre cinque anni. E di cui è stata anche testimonial insieme a un collega, come si vede da un post pubblicato dalla stessa azienda su Facebook il 29 luglio del 2022. Un post che oggi non può che suscitare profonda tristezza. «Anila viene dall’Albania, un paese tutto da scoprire – si legge sopra la foto sorridente della ragazza in t-shirt grigia-. Le piace fare shopping, adora mangiare e il suo prodotto preferito è la focaccia ripiena di peperoni melanzane e provola affumicata». Poco righe più sotto si parla anche dei suoi sogni: visitare luoghi lontani come Cuba e l’Australia.
Da ieri il sorriso e i sogni di Anila non ci sono più. La sua fine, terribile, ricorda da vicino quella di Luana D’Orazio, la giovane mamma di 22 anni stritolata da un orditoio due anni fa a Prato. E come nel caso di Luana sono molti gli interrogativi che dovranno trovare una risposta: si è trattato di un’avaria dell’impianto, definito «imponente» da chi lo ha potuto vedere in queste ore e che a quanto risulta dai primi accertamenti era stato acquistato di recente, o di un errore umano? Sono stati rispettati tutti i protocolli di sicurezza del caso? C’erano altre persone in quel momento insieme ad Anila oppure la ragazza stava svolgendo da sola l’operazione che le è risultata fatale? Domande attorno alle quali stanno indagando i tecnici dello Spisal (il Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Ulss 2 di Treviso), fra i primi ad arrivare sul luogo dell’incidente insieme ai carabinieri della compagnia di Vittorio Veneto e ai vigili del fuoco, e sulle quali è già al lavoro anche la procura.
Domande a cui però i genitori e i fratelli di Anila, residenti nella vicina Miane, ieri non hanno avuto né tempo né voglia di pensare. «C’è stato qualche momento di tensione com’è normale in situazioni del genere, anche perché prima di permettere ai famigliari di vedere il corpo gli investigatori hanno dovuto concludere i loro rilievi» spiega il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan, che ha avuto il difficile compito di avvisare il padre della ragazza. «Sono state ore lunghissime e durissime per tutti, in cui è stato necessario chiedere un supporto al parroco e a un’equipe di psicologi – prosegue Soldan – . Ho detto al papà di Alina di essere forte e di restare un punto di riferimento ma in realtà in momenti del genere parole vere da dire non esistono. Vale di più un abbraccio, una carezza».
Alla Bocon, l’azienda di surgelati specializzata nella preparazione di pasta ripiena con 140 dipendenti e oltre 30 milioni di fatturato, molto attiva sul mercato estero e negli Stati Uniti in particolare, c’è poca voglia di parlare. Sia per le indagini in corso sia perché Anila, ormai, era considerata da tutti una di casa. «Siamo sconvolti» sono le uniche parole che riesce a pronunciare la signora Micaela, prima di riagganciare. «Aspetterò domani (oggi, ndr) per chiamare i famigliari – dice invece Denny Buso, primo cittadino di Miane, il comune a nove chilometri dal capannone in cui Anila viveva insieme alla famiglia – . Sono dei gran lavoratori e io stesso avevo avuto la possibilità di apprezzare la gentilezza di Anila quando, qualche anno fa, aveva collaborato insieme alla scuola nel tenere aperti gli info point turistici comunali. La ricordo alle sagre di paese come una ragazza solare, sempre di buon umore».
Il mondo sindacale e politico è subito intervenuto mostrando solidarietà ai famigliari ma soprattutto chiedendo indagini veloci. «Confidiamo che venga fatta tempestiva chiarezza sull’accaduto» dice Gian Luca Fraioli, segretario generale della Uil Veneto. «Nei primi nove mesi dell’anno, 761 persone sono morte sul lavoro. Fermare questa strage diventi priorità per la politica» afferma Valentina Barzotti del M5s. «È necessario e urgente sbloccare le assunzioni del personale addetto ai controlli» l’invito del deputato Pd Alessandro Zan.