Più ricchi grazie alla guerra. Dopo i grandi rialzi di Borsa, spinti dalla guerra Russia-Ucraina e dal conflitto Israele-Hamas, per le industrie che producono armi, equipaggiamenti militari e sistemi di difesa è il momento di fare i conti con i risultati di bilancio.
Sono soprattutto le industrie europee ad aver beneficiato, più dei colossi americani, dell’aumento delle spese militari innescato dalla decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina il 24 febbraio 2022 e dalle reazioni degli Stati Uniti e dei paesi della Nato.
Un’inchiesta del Sole 24 Ore sui bilanci mostra che i 13 principali gruppi europei che hanno una presenza in questo settore hanno visto aumentare del 10,4% i ricavi – facendo l’aggregato che risulta dalla somma dei ricavi consolidati di ciascuno – da 180,3 a 198,99 miliardi di euro. Gli utili netti hanno fatto un’impennata del 55,1%, l’aggregato dei profitti netti consolidati di competenza (cioè escludendo la quota di terzi) è aumentato da 9 miliardi del 2022 a 13,95 miliardi.
Gli utili sono calcolati per 12 società europee, indicate nella tabella. Manca all’appello Knds, il gruppo degli armamenti terrestri creato con l’unione della tedesca Krauss-Maffei Wegmann e della francese Nexter, produttore dei carri armati Leopard, l’unico non quotato in Borsa tra quelli censiti. Un portavoce ci ha confermato che Knds pubblica solo i dati sui ricavi (3,3 miliardi, +2,5%) e sugli ordini (7,8 miliardi, +130%), ma non quelli sulla redditività.
I cinque colossi americani, Lockheed Martin, Rtx, Boeing, Northrop Grumman e General Dynamics, hanno messo a segno un aumento dei ricavi complessivi del 7,3%, da 275,7 a 295,85 miliardi di dollari. I profitti netti complessivi sono passati da 13,126 a 14,065 miliardi di dollari, una crescita del 7,15%, molto più contenuta rispetto ai gruppi europei. Le industrie americane potrebbero rifarsi con gli ordini che arriveranno con il nuovo pacchetto di aiuti per l’Ucraina da 61 miliardi appena approvato dal Congresso di Washington, che contiene clausole «buy American».
Per le industrie americane va ricordato che quattro fanno profitti (Lockheed 6,9 miliardi di dollari, Rtx 3,19 miliardi, Northrop 2,90 miliardi, Gd 3,31 miliardi), mentre Boeing, la prima per ricavi, saliti da 66,6 a 77,8 miliardi, rimane in rosso, -2,24 miliardi, benché in miglioramento rispetto alla perdita di -5,05 miliardi del 2022.
In Europa 11 società fanno profitti, solo una è in rosso, Fincantieri, che ha un’attività nella difesa minoritaria rispetto al giro d’affari (7,65 miliardi il consolidato). La nota sul bilancio dice che il business della difesa «contribuisce per il 25% al totale dei ricavi al lordo dei consolidamenti». Fincantieri ha comunque migliorato i risultati, ha ridotto le perdite nette di gruppo da -324 milioni del 2022 (il primo anno della gestione di Pierroberto Folgiero, caratterizzata da grandi pulizie di bilancio) a -53 milioni.
Il numero uno italiano dell’aerospazio e difesa, Leonardo, che ha circa il 75% dei ricavi nel business militare e governativo, ha aumentato i ricavi del 3,9% a 15,29 miliardi, l’utile operativo (Ebit) è migliorato del 12,9% a 1,085 miliardi. Il risultato netto «ordinario» è aumentato del 6,5% da 697 a 742 milioni, mentre l’utile netto di competenza è diminuito del 29%, da 927 a 658 milioni. La società ha detto che la diminuzione è dovuta al venir meno di plusvalenze da cessioni e a svalutazioni fatte in vista della dismissione della partecipazione nel settore trasporti su gomma (Iia). Il cda ha proposto il raddoppio del dividendo +a 0,28 euro.
In Europa i risultati economico-finanziari migliori sono stati ottenuti da Rheinmetall, Bae Systems e Saab. Il colosso tedesco degli armamenti terrestri ha più che quintuplicato la quotazione delle azioni da fine 2021 a oggi (ieri +1,63% a 522,40 euro). Il valore di Borsa della società guidata da Armin Papperger è passato da circa 4 miliardi a 22,8 miliardi di euro. I ricavi consolidati nel 2023 sono aumentati del 12% a 7,176 miliardi, l’utile netto di competenza è aumentato del 12,9% a 535 milioni. Il board propone l’aumento del dividendo da 4,30 a 5,70 euro. Il portafoglio ordini è aumentato del 44% a 38,3 miliardi, la società prevede quest’anno di raggiungere un fatturato record sui 10 miliardi.
La britannica Bae System, numero uno in Europa nella difesa, ha aumentato i ricavi dell’8,6% a 23,08 miliardi di sterline (pari a 26,54 miliardi di euro), l’utile netto di competenza è aumentato del 16,7% a 1,857 miliardi di sterline (2,13 miliardi di euro). Il debito netto è stato dimezzato a un miliardo di sterline, esclusi i debiti per leasing (1,4 miliardi). Grazie a nuovi ordini per 37,7 miliardi di sterline, il portafoglio ordini a fine 2023 è salito a 69,8 miliardi, pari a 80,3 miliardi di euro. La svedese Saab ha aumentato del 53,9% l’utile netto a 3,38 miliardi di corone (294 milioni di euro).