di Michele Bocci
Il recupero è compiuto. L’effetto Covid sui pronto soccorso, che per quattro anni ha portato a una riduzione degli accessi, non si vede più. Le strutture di emergenza della Asl Centro all’inizio di quest’anno hanno lavorato praticamente quanto nella prima parte del 2019. I numeri raccontano di una ripresa dell’assalto ai pronto soccorso che però adesso ha effetti più pesanti. In questi pochi anni, infatti, si è ridotto ancora il numero dei medici nel settore dell’emergenza. Con gli organici più sguarniti, il lavoro rallenta e diventa più pesante per i professionisti in servizio. E non è detto, almeno a guardare quello che sta succedendo in Emilia- Romagna, che i Pir, i Punti di primo intervento sui quali la stessa Asl Centro, incaricata dall’assessore alla Salute Simone Bezzini, lavora da settimane, servano a ridurre gli accessi.
Riguardo ai dati, dal primo gennaio al 30 aprile negli otto pronto soccorso delle province di Prato, Firenze e Pistoia sono entrate 135.223 persone. Si tratta di un numero molto vicino alle 141 mila persone assistite nello stesso periodo del 2019. Si tratta del 4% in meno di pazienti e da qui alla fine dell’anno è molto probabile che quest’ultima piccola differenze venga riassorbita. Dopo anni di riduzione degli accessi (ancora nel 2023, semprenei primi quattro mesi, la differenza degli accessi rispetto al dal 2019 era vicina al 15%).
Se si guardano i singoli ospedali, la situazione è diversificata. Già lavora di più rispetto al 2019, ad esempio, l’ospedale di Pistoia, passato da 21.000 casi a 21.200. Ancora maggiore il salto per Ponte a Niccheri (da 13.400 a 15.500) mentre Borgo San Lorenzo aumenta di circa il 10% passando da 7.179 a 7.782. Le altre strutture (Torregalli, Pescia, Santa Maria Nuova) sono ancora sotto i livelli del 2019, così come Prato, il pronto soccorso più grande di tutta l’azienda, che fino al 30 aprile del 2019 ha avuto 33.500 accessi e adesso è a circa 32 mila.
Da tempo le strutture di emergenza fiorentine e toscane, come quelle di tutto il Paese, hanno importanti problemi di organico. I concorsi che vengono fatti dalle aziende sanitarie e ospedaliere spesso non permettono di far entrare negli organici unnumero sufficiente di camici bianchi. E così non si riescono a fronteggiare pensionamenti ed uscite volontarie di medici che vanno a lavorare in altri reparti oppure su territorio.
I pronto soccorso hanno un doppio problema. Da una parte c’è la domanda in ingresso. Ci sono tantissimi codici 4 e 5, cioè quelli meno gravi, che andrebbero gestiti meglio sul territorio. Si spera nei Pir (ma come visto non è detto che riescano a ridurre la pessione) e in generale sulle Case di Comunità previste dal Pnrr. In questo modo però si ridurrebbe il lavoro sui pazienti in condizioni meno gravi, quindi più semplici da gestire dal punto di vista clinico. Il secondo problema riguarda invece le persone con problemi che richiedono il ricovero. Capita che nei reparti non ci siano abbastanza letti e che dei pazienti siano costretti ad aspettare un posto nelle stanze dell’emergenza. Il fenomeno si chiama “ boarding” e anche inquesto caso non riguarda esclusivamente la Toscana ( ha provocato grossi problemi all’azienda ospedaliera di pisa), dove anzi è meno diffuso che altrove. Per superarlo ci vuole più disponibilità dei reparti e secondo i sindacati dei medici come Anaao c’è anche bisogno di aumentare il numero dei letti ospedalieri, che in Toscana negli ultimi vent’anni sono calati di un terzo. Cioè molto di più, questa volta sì, della media nazionale.