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15 Dicembre 2025Atreju e Fratelli d’Italia: come un personaggio della “Storia infinita” è diventato un simbolo politico
L’uso di Atreju da parte di Fratelli d’Italia rientra in una strategia precisa: costruire identità politica attraverso simboli presi dalla cultura pop e trasformati in mitologie comunitarie. La scelta del nome servì, fin dagli anni della destra giovanile, a creare un mito fondativo alternativo, capace di evocare coraggio e iniziazione senza il peso del passato post-missino. La figura creata da Michael Ende offriva un eroe “puro”, spendibile per una generazione che voleva presentarsi come nuova e distante da eredità scomode.
In questo quadro, la festa di Atreju divenne un luogo di autorappresentazione. Non semplicemente un evento, ma un dispositivo che costruisce appartenenza, rinnova ruoli interni e alimenta un linguaggio comune. L’immaginario epico della “lotta contro il nulla” ha permesso alla destra italiana di tradurre la propria missione in una narrazione emotiva e condivisibile.
Qui entra in gioco Michael Ende. Non poté pronunciarsi sull’uso politico del suo personaggio, essendo morto nel 1995, tre anni prima della nascita della festa. Ma la sua sensibilità verso l’integrità dell’immaginazione fa intuire quanto fosse lontano da questa operazione. Ende difendeva la fantasia come spazio libero, non strumentalizzabile dal potere; criticò perfino la riduzione hollywoodiana della Storia infinita, indice della sua attenzione per le deformazioni del proprio mondo narrativo. Nella sua visione, Atreju rappresentava un percorso interiore, non un emblema identitario. Questo scarto aiuta a comprendere la natura dell’appropriazione compiuta da Fratelli d’Italia.
Il caso non è isolato: altre forze politiche hanno attinto a simboli culturali per costruire identità — dall’estetica “geek” del primo Movimento 5 Stelle all’immaginario crociato della Lega salviniana. In tutti questi casi, narrazioni emotive suppliscono alla debolezza di ideologie strutturate.
La specificità di Fratelli d’Italia sta nella continuità del simbolo, mantenuto per oltre vent’anni e portato fino al governo. Questo rende ancora più evidente la distanza dall’intenzione originale di Ende: l’eroe nato per esplorare la libertà interiore viene trasformato in un marchio politico. Un passaggio che mostra come Atreju sia diventato non interpretazione dell’opera, ma appropriazione simbolica funzionale a una narrativa di comunità, missione e battaglia culturale.





