LUIGI GRASSIA
Il verdetto sull’estate 2023 del turismo in Italia è questione di punti di vista. Per le famiglie italiane il bilancio è nettamente negativo. Assoturismo (gli operatori del settore associati a Confesercenti) rileva che i pernottamenti degli italiani in vacanza sono diminuiti del 5,7%, con forte contrazione soprattutto in agosto: – 10% (rilevazione Coldiretti/Ixè). E dietro a questi numeri di sintesi ci sono milioni di persone che hanno dovuto rinunciare del tutto a muoversi, costrette dai loro redditi familiari stagnanti e dai prezzi in aumento, mentre altrettanti milioni hanno tagliato il periodo delle trasferte. Ma anche coloro che sono andati in vacanza, inclusi i più benestanti che non hanno avvertito alcun sacrificio durante le ferie, si sono trovati comunque a pagare parecchio di più dell’anno scorso. Da tutto questo esce l’immagine di un Paese in crisi.
Però i connazionali italiani sono solo una delle incognite dell’equazione estiva; rappresentano (senza dubbio) la più importante, ma non l’unica. Un’altra sono i turisti stranieri, le cui presenze nell’estate 2023 sono invece aumentate del 3,6%.
Poi c’è un terzo punto di vista, quello degli operatori di settore. A loro è andata piuttosto bene. «L’estate 2023 è una stagione positiva» dice a La Stampa la presidente di Federturismo (associazione di settore di Confindustria) Marina Lalli, pur facendo «una media fra situazioni molto diversificate». È vero che il -5,7% delle presenze turistiche italiane e il +3,6% di quelle straniere si sintetizza in un -1,4% totale (sono ancora i numeri di Assoturismo). Ma a fronte di questo lieve calo nei pernottamenti c’è stato un nettissimo aumento degli introiti da ogni singolo turista, su ogni fronte: alberghi, ristorazione, servizi in spiaggia eccetera. Dice Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni: «Mentre le presenze sono solo in lieve calo rispetto all’anno scorso, la spesa media per ogni turista è cresciuta fra il 10 e il 15%, quindi il doppio dell’inflazione e oltre». Tirando le somme: gli operatori del turismo, nel complesso, hanno guadagnato molto di più dello scorso anno.
Infine c’è un quarto punto di vista da considerare, quello macroeconomico. Le difficoltà del turismo in termini di pernottamenti avevano indotto a temere contraccolpi sul prodotto interno lordo, e quindi sul rapporto deficit/Pil, ma alla luce di un aumento complessivo degli introiti del settore nell’estate 2023 la considerazione da fare è opposta, e ancora Giuricin nota che «il dato “macro” di sintesi è che il turismo ha dato un contributo positivo al Pil nonostante la frenata delle presenze italiane».
Concorda un altro economista, Giulio Sapelli (della Statale di Milano): «I dati di Federalberghi dicono che c’è stato un forte incremento nelle presenze straniere di americani, di sauditi e di altri turisti extraeuropei con alta capacità di spesa, e da questo deriva una spinta al Pil italiano». La presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaicovo, segnala che «in Italia quella del 2023 è l’estate del boom del lusso, e anzi del superlusso, soprattutto grazie al traino degli stranieri. E nonostante un lieve calo delle presenze italiane in agosto vedo bellissime prospettive per settembre, che è un mese che agli stranieri piace molto». Inoltre c’è stato il tutto esaurito per le crociere, da Msc a Costa e a Star Clippers: dal “fronte del porto” il direttore generale di Msc Crociere, Leonardo Massa, segnala «numeri record e tutto esaurito nel Mediterraneo».
Ma questo non vuol dire che siano tutte rose e fiori, e gli stessi interlocutori sentiti da La Stampa sottolineano i problemi che hanno avuto le famiglie e alcuni singoli comparti del turismo. Per quanto riguarda le famiglie italiane, le cui difficoltà economiche sono evidenti, la presidente di Federturismo Marina Lalli segnala che «metà dei turisti italiani ha fatto meno di una settimana di vacanze, il 25% ne ha fatte una o due, mentre la classica vacanza di una volta, cioè un mese di fila, riguarda ormai meno del 5% delle famiglie». La presidente è critica con chi «ha alzato i prezzi dei servizi turistici non in linea con la semplice inflazione», però sottolinea che «era da diversi anni che i prezzi delle vacanze non venivano adeguati». D’altra parte, aggiunge, «il mercato detta tutto, e se una struttura ha fatto pagare troppo ed è rimasta vuota il prossimo anno non potrà fare lo stesso».
Più drastico il presidente di Federterme, Massimo Caputi: «Troppi operatori hanno spennato i clienti. Questa nel lungo termine è una politica suicida». Ma Caputi non si riferisce al suo settore, che (dice) «ha recuperato i livelli pre-Covid con un tipo di offerta non speculativa».
L’economista Giulio Sapelli diagnostica una «crescente disgregazione» del turismo in Italia: «C’è un boom di AirBnb, case in affitto e bed & breakfast. In diverse zone d‘Italia sta succedendo come in Liguria negli anni ’40 e ’50, quando la gente d’estate affittava la casa e andava a dormire in cantina. Una nazione come la nostra, che si sta spaventosamente impoverendo, nel turismo prende la strada della “chioschizzazione”, cioè la gente organizza un’offerta spicciola fai-da-te aprendo tanti “chioschi” da economia in nero, tollerata e accarezzata dalle autorità. Ci stiamo sudamericanizzando, e del resto anche i nostri leader sembrano sempre più sudamericani». Sulla questione collaterale dei balneari Sapelli ha un’opinione drastica: «Personalmente sono contrario alla direttiva europea Bolkestein che ambisce a liberalizzare troppo, ma questa faccenda dei balneari è diventata insopportabile. Bisogna mettere le concessioni a gara con criteri certi».