Il primo è Roberto Calderoli, ministro degli Affari Regionali e padrino della riforma dell’autonomia che adesso Forza Italia, con la spinta dei suoi governatori del Sud, prova a frenare. “Lo dico agli alleati – spiega Calderoli – chi prova a rallentare l’autonomia tradisce il programma di governo”. Stesso concetto ribadito in chiusura da Salvini: “Sull’autonomia non si torna indietro”. Anche Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga avvertono Tajani: “Avanti tutta”.
Il messaggio più duro rivolto al leader azzurro però lo manda il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che dice inequivocabilmente che nella legge di Bilancio arriverà una tassa sugli extraprofitti bancari. Nei giorni scorsi i berlusconiani avevano protestato per una sua intervista in cui aveva annunciato “sacrifici”, così ieri sul palco ha spiegato: “Ho dato un’intervista non alla Gazzetta ma a Bloomberg, che rappresenta il mondo delle banche e della finanza – scandisce Giorgetti, giacca e polo verde padano –, ho solo detto che i sacrifici li devono fare tutti, in base alla capacità contributiva”. E ancora: “Io sono figlio di un pescatore e di un’operaia tessile, so distinguere chi fa sacrifici e chi li può fare”. Come dire: tasseremo gli extraprofitti delle grandi società, non la gente comune. Chissà se saranno fischiate le orecchie a Tajani e a Marina Berlusconi, contraria al balzello che andrebbe a colpire anche Mediolanum, banca della famiglia di Arcore. Salvini nella chiusura del suo discorso lo dice ancora più dritto: “Paghino i banchieri e non gli operai”.
Ma sul pratone lumbard il tema più caro è ancora volta quello dell’immigrazione. Tutti gli ospiti che si alternano sul palco – soprattutto i leader stranieri Viktor Orban, Geert Wilders, Jair Bolsonaro e Jordan Bardella – si soffermano sul pericolo “del fanatismo islamico” e degli Stati “senza confini”, elogiando Salvini e la Lega per la lotta “all’immigrazione illegale”. La parola chiave è “cambiamento” contro gli “euroburocrati” della commissione Europea: un passaggio che evidenzia le differenze tra il gruppone sovranista europeo, i Conservatori di Giorgia Meloni e i Popolari di Tajani.
In questo contesto, la proposta presentata da Tajani sullo Ius Scholae viene vista come fumo negli occhi dai leghisti. “C’è qualche falso partito di centrodestra che in Europa fa gli inciuci col centrosinistra”, attacca il capodelegazione a Bruxelles Paolo Borchia riferendosi a Forza Italia. “La soluzione non è regalare più cittadinanze – conferma Salvini – piuttosto bisogna revocarla a chi delinque”. Roberto Vannacci, tra un selfie e un autografo, ci va giù pesante con Tajani: “Sono contrario, la cittadinanza non si svende: i nuovi cittadini acquisirebbero il diritto di voto, è questo l’obiettivo?”. Insomma, scafista forse no, ma opportunista sicuro.