Un bilancio a due facce
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23 Novembre 2022Il monito del Presidente della Repubblica da Bergamo davanti ai sindaci riuniti: “L’interesse generale della nazione viene prima del particulare”
ROMA — «Occorre rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio particulare », scandisce Sergio Mattarella a Bergamo, dinanzi a migliaia di sindaci. E al ministro Roberto Calderoli, che lavora per l’Autonomia differenziata. Assemblea nazionale dell’Anci. Titolo: «La voce del Paese». Scroscianti applausi per il Capo dello Stato. «Pensavo di avere chiuso un anno fa a Parma», concede al suo arrivo nella città più colpita dalla pandemia. E invece rieccolo qui, nel settennato bis. Con un messaggio ineludibile sulla coesione sociale del Paese. E sulla necessità di garantire gli stessi diritti a Nord e a Sud. Un messaggio chiaro e forte.
Il Sud è insorto contro la Lega. Teme di finire in un campionato di serie B. E il Presidente della Repubblica — senza mai nominare il disegno di Calderoli — ha ribadito che nessuno può rimanere indietro. «Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali». In un altro passaggio ha ricordato che «la Costituzione sancisce il principio di uguaglianza per i cittadini e, naturalmente, vale per i Comuni, che devono essere messi in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrere a realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini».
I governatori del Sud sono sulle barricate. Lo spettro si chiama «devoluzione delle competenze». Ben 23. Dalla scuola ai trasporti, dall’energia al fisco. «Incostituizonale », l’ha definita il governatore della Puglia, Michele Emiliano. Vedremo. Perché anche per Fratelli d’Italia si tratta di una riforma difficile da digerire così. Mattarella sorvola sul dibattito tra le forze politiche. Quello spetta al Parlamento. Lui ha a cuore l’unità del Paese. Tutto il discorso, interrotto più volte dagli applausi, è un invito a ridurre il fossato delle disuguaglianze. L’opposto del disegno nordista. Dice: «Occorre ridurre le distanze nella possibilità di esercizio dei diritti: perché oggi, tra realtà urbane e aree interne, tra centri di grande collegamento, comunità montane, e realtà insulari non sempre i diritti e i servizi riescono ad essere assicurati in modo eguale. La coesione del Paese passa anche, e vorrei dire soprattutto, dai Comuni». Lo fa parlando del Pnrr («Non possiamo permetterci ritardi. I problemi vanno individuati e risolti»), quando afferma che vanno ristretti i divari «fra chi gode di determinati servizi e chi invece li raggiunge a fatica»). L’unica citazione è per Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze, emblema di una politica solidale e inclusiva. Dice Mattarella: «È nella missione dei sindaci essere portatori degli interessi generali del Paese. Non si farebbe neppure il bene della propria comunità immaginarlo contrapposto a quello delle comunità vicine o, addirittura, a quello della più ampia comunità nazionale ». Sull’Autonomia i sindaci diranno la loro. Per il loro presidente, Antonio Decaro, l’obiettivo rimanga «il miglioramento del livello e della qualità dei servizi pubblici per tutti i cittadini italiani, nel tentativo di ridurre le distanze che ancora esistono fra varie zone del Paese». Mattarella è poi tornato sul Pnrr, che «l’Italia non può non eludere per colmare ritardi strutturali ». Ha ribadito l’importanza della sanità pubblica. Ha incoraggiato la battaglia contro la pioggia di avvisi di garanzia che ne minano l’azione amministrativa: «Considero meritevole di ogni attenzione l’impegno che da tempo l’Anci conduce per definire con più coerenza lo status giuridico degli amministratori e i confini delle loro responsabilità». Infine, ha ribadito il suo sostegno «alla coraggiosa lotta delle donne iraniane».