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Nel settore bancario italiano si stanno intrecciando operazioni complesse, tra mercati finanziari, vincoli governativi e ricorsi legali. L’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da UniCredit per acquisire Banco Bpm è stata sospesa per 30 giorni dalla Consob, in attesa di chiarimenti sui vincoli imposti dal governo con il golden power. Banco Bpm ha reagito duramente, definendo la decisione “abnorme” e annunciando un ricorso al TAR. Secondo l’istituto, le condizioni poste erano già note e non giustificano la sospensione, che prolunga un periodo di inattività strategica dannoso per la banca. UniCredit, dal canto suo, spera di ottenere modifiche ai vincoli o una futura pronuncia favorevole della giustizia.
Anche Mediobanca è al centro di un’operazione delicata, con la sua Ops su Banca Generali. Generali ha incaricato Deloitte e lo studio legale Toffoletto di valutare l’offerta, ma una decisione finale è attesa solo dopo l’estate. Il consigliere Lorenzo Pellicioli ha sottolineato che questa operazione è alternativa al progetto Mps su Mediobanca. Intanto Generali mostra solidi risultati trimestrali, con utile in crescita e una buona performance del ramo Danni.
Entrambe le vicende mettono in luce le difficoltà legate al golden power. Secondo Assonime, le norme sono confuse e spesso sovrapposte, con un eccesso di notifiche “non dovute”. L’associazione chiede un Testo Unico per semplificare e coordinare la normativa nazionale con quella europea. In assenza di una riforma, si procede in un contesto incerto, con troppe autorità coinvolte e tempi incompatibili con quelli della finanza. La prossima data chiave sarà il 4 giugno, quando si capirà se e come interverrà la Commissione europea sul caso UniCredit-Bpm.