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di di Daniela Polizzi
«Vuole eliminare un rivale». Maxi acquisti su Mps, passa di mano il 4,5%
Giorni di scambi intensi in Borsa sul titolo Monte dei Paschi. L’anno si è aperto con una raffica di acquisti sulla banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio. Il picco — con oltre 13 milioni di titoli scambiati — è stato giovedì 2 gennaio. In totale, in quattro giorni di Borsa, ai prezzi correnti, è passato di mano oltre il 4,5% del capitale per un valore complessivo di 350 milioni. Dopo privatizzazione di novembre le compravendite hanno caratterizzato il titolo salito del 10% nell’ultimo mese 10% e del 109% negli ultimi dodici.
La spinta è venuta dai conti dei nove mesi e dalle stime per la chiusura del 2024 con un utile ante imposte a 1,3 miliardi. Il ceo Lovaglio si era detto ottimista di poter anche superare questo obiettivo. Il mercato guarda anche alla remunerazione attesa, visto che Siena nei nove mesi ha già accantonato 800 milioni per i dividendi.
Chi ha comprato Mps? Secondo il mercato attivo sarebbe stato il gruppo Caltagirone che, dalla privatizzazione a novembre è già salito dall’iniziale 3,5% a oltre il 5% e si può muovere liberamente fino al 9,9%. Potrebbe aver arrotondato anche Delfin (3,5% di Mps) che aveva risposto alla chiamata del governo per contribuire a creare un assetto stabile di azionisti italiani attorno a Siena.
Ma, secondo il mercato, è probabile che emergano a breve anche nuovi investitori privati che condividono il piano di Lovaglio e dei nuovi azionisti post privatizzazione. Non si muove Banco Bpm (5% del Monte) il cui piano di difesa dall’ops lanciata da Unicredit potrebbe emergere al cda del 21 gennaio. Il Banco a dicembre aveva depositato un esposto alla Consob e, secondo quanto emerso ieri, ne ha inviato uno anche all’Antitrust. All’Agcom Banco Bpm avrebbe ribadito che l’ops di Piazza Gae Aulenti potrebbe compromettere la struttura del sistema bancario ai danni del consumatore, delle famiglie e delle imprese perché eliminerebbe una concorrenza effettiva e dinamica. L’operazione, peraltro a sconto, è giunta in un momento in cui Piazza Meda era in fase di espansione e si era candidata a fare nascere il terzo polo auspicato dal governo.