Attesi in migliaia per testimoniare solidarietà al sindaco Gasparri: “Non volevamo offendere”
BARI — Una manifestazione spontanea, una mobilitazione che coinvolge rappresentanti politici, sindacali, del mondo dell’associazionismo, ma soprattutto tanta gente comune. Questa mattina Bari scende in piazza. E lo farà per testimoniare la propria vicinanza al sindaco Antonio Decaro e alla sua amministrazione, ma soprattutto per difendere l’immagine della città, la parte onesta e perbene del capoluogo di regione. Che dice no alle «strumentalizzazioni » o a quello che lo stesso primo cittadino ha definito «un atto di guerra». Lunedì il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato al sindaco e presidente dell’Anci la nomina di una commissione di accesso agli atti per valutare possibili condizionamenti mafiosi nell’attività del Comune di Bari.
Una iniziativa, richiesta dai parlamentari di centrodestra dopo l’operazione della Dda che ha portato a 130 arresti e avviata a poco meno di tre mesi dalle elezioni comunali. La rabbia del sindaco Decaro, le sue lacrime, le rivendicazioni della lotta della sua amministrazione alla criminalità, hanno scosso la città. Che con una mobilitazione senza precedenti questa mattina si ritrova in piazza Del Ferrarese, luogo simbolo di Bari e della sua città vecchia. E lo fa seguendo una semplice espressione “Giù le mani da Bari” che con l’hastag #iostocondecaro in queste ore è diventato virale. Condiviso sulle bacheche di centinaia di cittadini,è stato lanciato per la prima volta dalla Cgil. Alla manifestazione di questa mattina parteciperanno esponenti del Pd, come Francesco Boccia, Pina Picierno e Roberto Speranza. «Bisogna difendere l’operato dell’amministrazione e opporsi ai tentativi scomposti della destra di criminalizzare un’intera comunità», ha annunciato la vicepresidente del Parlamento europeo. Secondo le previsioni alla mobilitazione parteciperanno migliaia di persone che arriveranno a Bari anche da altre zone della Puglia, dal Salento partirà ad esempio un pullman.
Quello di Bari è oramai diventato un caso nazionale. Il sindaco Decaro ha richiamato l’attenzione sulla «fretta» con la quale il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina di una commissione di accesso agli atti che sarà composta dal prefetto in pensione Claudio Sammartino, dal viceprefetto Antonio Giannelli e da Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza. Il rischio è lo scioglimento del consiglio comunale. «Il mio è un atto di legittima difesa» ha detto, ricordando le costituzioni di parte civili del Comune nei processi contro il clan.
La decisione del Viminale, del resto, continua a suscitare polemiche. E Decaro continua ad incassare solidarietà da altri sindaci e amministratori. Ieri sul caso è tornato il centrodestra. In una conferenza stampa nella sede barese di Forza Italia il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri ha detto: «Nessuno vuole offendere una città come nessuno offende Roma se ci sono fenomeni di degrado o i Casamonica, o Napoli per la Camorra». Al suo fianco il barese Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia. «Dei Comuni — ha affermato — sono stati sciolti senza indagati. Non c’è nessuna acrimonia nei confronti di alcuno ma solo una verifica indipendente dagli accertamenti di responsabilità». L’indagine ha permesso di sgominare il clan di Bari che fa capo al boss Savino Parisi e ha portato all’arresto di Carmen Lorusso, consigliera comunale eletta con il centrodestra ma passata nella maggioranza. Per l’Amtab, l’azienda di trasporto pubblico, dove alcune assunzoni sarebbero state pilotate dal clan, è stata disposta la nomina di un commissario.