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29 Settembre 2022Giani
“Un insuccesso alle urne ma non vedo rischi per il centrosinistra toscano”
di Ernesto Ferrara
Il governatore Eugenio Giani è convinto che non ci sia troppo da fare i tafazzisti sul risultato del voto per il Pd in Toscana. Mentre è diretto a Coltano, a Pisa, per l’ennesima riunione sulla base dei Carabinieri, che lui ritiene verrà fatta a Pontedera, spiega di non vedere il rischio di una troppo rassicurante autoassoluzione da parte dei vertici regionali del partito: «Non dobbiamo dormire sonni tranquilli, ma io non vedo rischi per il centrosinistra toscano».
Giani, anche lei quindi vede solo una «lieve flessione» come la segretaria Pd Simona Bonafè?
«Io parlerei di insuccesso da prendere sul serio. Ma prima di tutto si tratta di leggere la politica delle alleanze. Ci siamo ritrovati soli. Il sistema elettorale chiedeva alleanze larghe e solide, il centrodestra ha vinto su questo. E poi non si analizza il voto su basi regionali e cittadine.
Ora pensiamo ad un rilancio dei programmi e delle caratteristiche valoriali della nuova casa dei riformisti che dovremo fare».
Non crede che il voto per il Pd in Toscana contenga anche un giudizio sulla sua amministrazione?
«Assolutamente no. Se vogliamo parlare della mia amministrazione allora diciamo che il centrodestra è arrivato al 38,5%, meno di quanto prese Ceccardi due anni fa».
Italia Viva vi sta presentando il conto, c’è maretta. Chiedono più spazio, più peso nella giunta?
«In Regione ci sono già. Più che esprimere la vice presidente della giunta Saccardi e il vicepresidente del Consiglio regionale Scaramelli?
Peraltro i punti su cui Renzi sta battendo molto io li porto avanti come non mai, aeroporto e rigassificatore. Proseguiamo coerenti col voto elettorale 2020: abbiamo la sinistra con l’assessora Spinelli e Iv con Saccardi. Se guardiamo i risultati del voto di domenica la maggioranza esce col 44% tra centrosinistra e Terzo Polo. Se ci mettiamo anche il 3% che ebbe Orgoglio Toscana avremmo il 47% oggi».
È lei che ha rievocato il campolargo coi 5 Stelle e ha fatto infuriare Iv. Sempre convinto di aprire a Conte? Anche la Sinistra Civica Ecologista lo chiede.
«Avevo aperto ai 5 stelle ma ho visto la reazione di Galletti, loro capogruppo, contrarissima. Non mi sembra ci siano prospettive».
Lo strappo di Iv quindi non la preoccupa?
«Ma no, affatto. Era un atto di indirizzo in Consiglio regionale. Sono variazioni fisiologiche nel merito non abbiamo problemi con Italia Viva».
Serve un nuovo segretario al Pd toscano?
«Io con Bonafè mi sono trovato bene.
Ritengo che stia lavorando bene, per quello che mi compete è positivo se continua a svolgere il suo ruolo».
Chi sosterrà al congresso nazionale, Bonaccini o Schlein?
«Chiaramente se l’alternativa è quella il cuore porta verso Bonaccini, che esprime l’anima riformista».
E Dario Nardella non ce lo vede?
«È persona che può avere un buon ruolo nel nuovo gruppo dirigente nazionale. Ma il congresso è ancora agli albori e dobbiamo evitare diconcentrarci sui nomi. Ora i programmi. Serve una rigenerata azione del Pd. Poi vedremo i ruoli».
Sulla base del voto non vede un rischio per il centrosinistra alle prossime elezioni regionali?
«Non vedo un rischio: il differenziale tra la somma dei Democratici e progressisti con le posizioni di centro e il centrodestra è di 5 punti. Siamo 5 punti sopra. Questo non è che mi fa dormire tranquillo, sento che c’è la necessità di un sempre maggiore impegno e di una capacità di collegarci al mondo del lavoro e alle rappresentanze economico-sociali».
Come intende rilanciare l’azione del governo regionale dopo il voto?
«Sto organizzando 10 incontri, uno per provincia. Per dare forza all’economia toscana dobbiamo dare forza ai 2.220 progetti del Pnrr, su quelli dobbiamo correre. E poi le infrastrutture. Fare iniziare i lavori della pista declinata a Firenze al più presto e poi dell’aerostazione a Pisa, la Darsena Europa a Livorno. E le opere di mitigazione complementare del rigassificatore, il memorandum».
A meno che Meloni non faccia fare il commissario al sindaco di Piombino, che è di Fdi.
«Ma no, è contrario, come fa?. Il commissario deve dare permessi, lui continua a dare pareri formali negativisenza se e senza ma».
Qual è la ricetta toscana per la crisi energetica e il caro bollette?
«Fare gli impianti. La Toscana è protagonista. Abbiamo il rigassificatore a Livorno e faremo quello di Piombino. Il governo nuovo invece deve prendere misure forti per alleggerire il costo delle bollette per famiglie e imprese. Ristori sostanziosi come fece per il Covid».
Preoccupato che un governo di destra possa commissariare la sanità o penalizzare la Toscana?
«Guardiamo sul piano dei contenuti che cosa accadrà. L’approccio non si capisce. Fdi ha sempre saputo dire solo no, Quanto alla Toscana, fino a prova contraria credo sempre nella correttezza. Faccio i miei auguri alla Meloni nell’interesse del Paese».