Mussolini fans get jobs in Meloni’s Italian government
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3 Novembre 2022
di Marco Galluzzo
Roma: dateci informazioni su chi c’è a bordo. Oggi la premier a Bruxelles, in arrivo 7,3 miliardi
È la sua prima missione all’estero. È nel cuore della Ue. Viene per rassicurare la Commissione sull’Ucraina: piano finanziario, assistenza militare, ricostruzione, sanzioni contro Mosca; nessuno scostamento dalla linea del governo Draghi. Viene per offrire garanzie di prudenza nel bilancio dello Stato, intende restare nei parametri concordati con le istituzioni europee. Viene infine per chiedere che la Commissione acceleri sulla definizione concreta di un corridoio dinamico al prezzo del gas e che si prenda in seria considerazione un piano, come fu per il Covid, di assistenza europea alle imprese di quegli Stati che non hanno lo stesso spazio finanziario di Berlino. Superando le resistenze della Germania.
Arriva, però, con una grana diplomatica: la Germania protesta ufficialmente contro l’Italia sul salvataggio dei migranti della nave Humanitas, chiedendo al nostro Paese di intervenire con urgenza per salvare la vita a centinaia di minori. La Farnesina replica che al momento lo sbarco non è consentito e di «aver inviato la richiesta di avere un quadro compiuto della situazione a bordo della Humanity 1 in vista dell’assunzione di eventuali decisioni». L’Italia chiede «informazioni sulle persone presenti a bordo della nave, se vi siano persone vulnerabili e se sia stata già avanzata richiesta di protezione internazionale».
Giorgia Meloni oggi incontrerà la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la presidente del Parlamento, Roberta Metsola. Meloni ripartirà dopo una cena con Charles Michel, il presidente del Consiglio. Tornerà in Italia comunque, metaforicamente, a mani piene: fra fondi di coesione non spesi dagli Stati dell’Unione e fondi non utilizzati del RepowerEu, in tutto all’Italia dovrebbero arrivare 7,3 miliardi di euro (4,8 più 2,5). In questo caso non si tratta di una richiesta, ma di un accordo europeo in via di perfezionamento, e sono fondi che potranno essere dirottati subito sul caro energia.
Il premier avrà accanto a sé il nuovo consigliere diplomatico, Francesco Maria Talò, il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, che ha lavorato alla preparazione della missione, e l’ambasciatore presso la Rappresentanza a Bruxelles, Piero Benassi. Uno dei temi più delicati sarà quello che chiedono molti Stati che non hanno lo spazio di bilancio della Germania, che ha varato un piano di mitigazione dei prezzi dell’energia da 200 miliardi di euro. Noi non ce lo possiamo permettere, e dunque Meloni insisterà sull’opportunità di un progetto sulla falsariga del programma Sure, con emissioni di debito europeo a bassissimo costo.
Argomento di cui hanno parlato ieri anche il nostro ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e il suo omologo tedesco, Christian Lindner, a Berlino. Il titolare del Mef ha evidenziato «l’importanza che l’Ue abbia una politica e una strategia energetica comuni maggiormente incisive».
Fra i temi degli incontri di Meloni anche la possibile rimodulazione del Pnrr, tema sul quale la Commissione potrebbe concedere alcune modifiche per la crisi energetica. Ieri Meloni ha avuto tre colloqui internazionali, con il premier giapponese Fumio Kishida, con quello spagnolo Pedro Sanchez e con il polacco Mateusz Morawiecki. Sono anche uscite delle dichiarazioni rilasciate nell’ultimo libro di Bruno Vespa. Partendo dal presupposto che il «Superstato europeo non ha funzionato» la premier conferma anche la sua idea di Ue, quella di «un’Europa confederale in cui non faccia Bruxelles quello che può fare meglio Roma e viceversa. Abbiamo avuto un’Europa invasiva nelle piccole cose e assente nelle grandi». Quindi, sul suo personale destino: «Non sto qui per sopravvivere guardando i sondaggi. Tra 5 anni non voglio essere rieletta a ogni costo. Se vivi nel terrore di non essere rieletta, sei destinata a non combinare niente».
Di sicuro non aiuta lo scontro diplomatico con Berlino. La Germania infatti ha «risposto per iscritto» che «le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante. Sulla nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, ci sono 104 minori. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso».