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29 Marzo 2024Biotecnopolo fermo dopo oltre 18 mesi, la Regione accusa: nel governo Meloni contiguità coi no vax
L’assessore Bezzini: «Non si è speso un euro, è tutto bloccato, si tagliano 130 milioni: c’è la volontà di smontare il progetto»
Aldo Tani ,Giulio Gori
Il Biotecnopolo di Siena dopo venti mesi dalla fondazione è ancora fermo al palo e anzi si vede tagliare il 40 per cento del budget dal governo Meloni. Un caso, diventato rapidamente politico: «Ci sono aree della maggioranza di governo contigue al mondo no vax», è la spiegazione che si dà l’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, dopo la decisione del governo di tagliare 130 milioni di euro alla Fondazione istituita nell’agosto 2022, con l’obiettivo di creare un hub antipandemico, per produrre vaccini e anticorpi monoclonali.
L’assessore, intervenuto a margine di un convegno al Meyer Health Campus, spiega: «Sono terribilmente preoccupato: credo che il governo guidato dalla presidente Meloni non abbia mai gradito questa progettualità, e non ci sia mai stata la volontà di portarla avanti. Sono 18 mesi che tutto è fermo, tra Biotecnopolo e Centro nazionale antipandemico c’erano quasi 400 milioni di euro stanziati: non è stato speso nemmeno un euro, non c’è un laboratorio di ricerca, non c’è un progetto scientifico, non c’è una sede dove ci sono persone al lavoro. Perché a mio avviso non crede in questo progetto, il governo non lo vuole fare, soprattutto non vuole fare il centro nazionale contro le pandemie». Bezzini affronta così il punto politico: «C’è un’avversione anche culturale della destra rispetto alle politiche, agli strumenti, a come si contrastano o in futuro si dovranno contrastare nuovi eventi di natura pandemica, e quindi si tende a smontare tutto ciò che era stato fatto. La Fondazione Biotecnopolo è stata istituita nell’estate 2022, il governo si è insediato all’inizio dello stesso autunno, sono 18 mesi che si trincerano dietro la modifica dello statuto. A modificare uno statuto un governo ci mette 2 o 3 mesi, qui son 18 mesi e non c’è lo statuto, non si è speso un euro, tutto è bloccato, si levano 130 milioni, mi sembra che tutto vada nella direzione di destrutturare questo progetto. C’è un tema culturale, legami tra pezzi della destra e segmenti del mondo no vax, quindi a mio avviso c’è anche un tema di avversità politico culturale della destra rispetto a questa progettualità».
Se il Biotecnopolo era stato voluto dal governo Draghi, chiamando in causa scienziati come Rino Rappuoli, Anthony Fauci, Giorgio Palù e persino due premi Nobel come Giorgio Parisi e Emmanuelle Charpentier, di fronte allo stallo attuale Bezzini parla di volontà di «smontare il progetto». E aggiunge: «Mi auguro ci sia una mobilitazione da parte di tutti i soggetti istituzionali, sociali, mi auguro che anche il mondo della scienza si faccia sentire. Altri Paesi nel mondo stanno sviluppando progettualità di questo genere, stanno tenendo conto della lezione che ci ha consegnato la pandemia, invece noi stiamo rimuovendo quella lezione. E non c’è solo il fatto che non si realizzerà, o si realizzerà solo in minima parte, un centro nazionale di ricerca per la sicurezza sanitaria del Paese, ma c’è anche una grande perdita per la Toscana e per Siena, perché il Biotecnopolo avrebbe significato investimenti, posti di lavoro, indotto. C’è una grande questione nazionale, ma c’è anche uno schiaffo a Siena, alla Toscana».
«Da quando Giorgia Meloni è diventata presidente del Consiglio, il governatore Giani e i suoi assessori sono diventati dei campioni assoluti nel chi la spara più grossa — replica dil capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Francesco Torselli — Come ha assicurato più volte il ministro Schillaci, il centro antipandemico sarà fatto e il governo lo vuole. Il problema è che il Pd continua ad essere il partito delle mani bucate che era abituato a bussare a Roma per chiedere soldi. Invece questo governo sa che non si può spendere e spandere e dà le risorse quando ci sono dei progetti».
Il dibattito si infiamma anche a Siena: «Questo governo sta umiliando la nostra Provincia e il suo capoluogo», attacca il presidente della Provincia, David Bussagli, mentre i parlamentari toscani di FdI in una nota replicano alle critiche per il taglio di risorse: «La sinistra ha avuto, ed ha ancora oggi evidentemente, una visione di quantità dei denari, invece che di qualità dei progetti».