Al fianco di “Genny” tra Taormina, Pompei, Polignano o Milano, la mai nominata consulente chiedeva esplicitamente ai collaboratori: “Il ministro vuoi accompagnarlo tu?”. Come se fosse lei a decidere. A quanto risulta al Fatto è stata lei stessa a fare intuire all’entourage dell’esponente di governo, con messaggi e atteggiamenti, di essere ben più che una semplice professionista dei grandi eventi, e in alcune occasioni ha tentato di disporre di alcuni appuntamenti nell’agenda di Sangiuliano. Da ultimo, come rivela una fonte, avrebbe fatto sapere in un contesto privato, prima di parlarne in tv, di avere la possibilità di accedere alle chat riservate dell’ex ministro.
Mentre lui ha confessato al Tg1, prima di mettersi a piangere, di aver condiviso “una relazione sentimentale di tipo privato” con l’esperta di moda di Pompei, lei invece, calma e sorridente, non ha nemmeno ammesso di avere avuto col ministro più di un (quasi) rapporto lavorativo. E ieri ha pubblicato un nuovo post per annunciare la sua nuova comparsata televisiva. Ha chiesto scuse ufficiali e di “difendere la sua virtù brutalmente offesa”.
L’ingresso ufficiale al ministero della Cultura di Boccia, raccontano, risale a giugno, quando Sangiuliano l’ha presentata al suo staff come “amica”. Da subito, spiegano, all’interno dell’ufficio di gabinetto è stata notata la tendenza a prendere il controllo, in accordo con Sangiuliano, che le dimostrava condiscendenza.
La descrivono molto attiva per il viaggio a Riva Ligure – che poi si scoprirà includere il giorno del suo compleanno –, o per la presentazione del libro a Sanremo il 16 luglio. Ma Boccia si è fatta anche ambasciatrice dei sentimenti del ministro. Dopo la gaffe del post di Sangiuliano “Il Consiglio dei ministri vara il comitato per celebrare due secoli e mezzo di Napoli” invece dei 2.500 anni, Boccia premurosamente raccontava: “Si è ripreso un po’”.
Queste parole, il presunto “riposo” condiviso, le continue foto, e l’attenzione a documentare il suo passaggio, hanno fatto sorgere ben più di un dubbio sulla sua posizione, e messo in allarme chi era vicino al ministro.
Boccia ha lanciato un hashtag: #ilgossiplolascioaglialtri, eppure è lei a pubblicare ogni giorno un pezzettino di quella storia che i social hanno ribattezzato “Gennyful”, come la soap, e che dopo le dimissioni di Sangiuliano potrebbe essere già finita. Continua a dare la sua versione per amore della “libertà e della democrazia”, scrive, intanto i suoi follower sono passati da 60 mila il 4 settembre – giorno dell’intervista piangente di Sangiuliano –, a 130 mila alla vigilia della sua prima serata su Mediaset. Il ruolo di consigliera, ha scritto ancora, le è stato stracciato “per il capriccio di donna”. E la donna sarebbe la moglie di Sangiuliano. Un problema che, aggiunge, riguarda “la Repubblica Italiana” e la “Democrazia”. Prima che scattasse l’allarme per la patria, nelle scorse settimane si confidava però in via riservata. Al punto – spiega una fonte che di fronte al caos e ai post facili di Boccia preferisce l’anonimato – da avere raccontato a persone vicine a lei, già a luglio, di avere avuto accesso ad alcune chat di Whatsapp di Sangiuliano (inclusa quella con la presidente del Consiglio). Più di un mese dopo, in tv, la quasi consulente da una parte ha tenuto a specificare di avere consigliato al ministro “la pellicola privacy”, per non fare vedere i suoi scambi telefonici a chi gli stava accanto, e dall’altra ha ammesso pubblicamente di avere avuto la possibilità di accedere al telefono del ministro. Mentre nessuno del ministero si fa avanti per fornire una verità diversa da quella che Boccia garantisce essere l’unica, in attesa che le indagini facciano il loro corso, e anche Sangiuliano presenti la sua denuncia, nessuno vuole parlare: “Sono tutti spaventati”.