Un’inflazione destinata a durare
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10 Novembre 2022Il governo vara oggi il decreto sostegni contro rincari e crisi dell’energia. Pronti nove miliardi Alcuni interventi slitteranno in manovra. Risorse dai tagli a superbonus e Reddito. “No a multe Pos”
La lista delle misure del nuovo decreto Aiuti è rimasta aperta al ministero dell’Economia fino a tarda sera. Sul tavolo dei tecnici i numeri di una nuova rateizzazione delle bollette. La scelta del contenitore – il testo sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi o la manovra – è appesa ai soldi a disposizione, ma il tentativo c’è e spiega che il governo prova ad anticipare un segnale tangibile sulle fatture della luce. Così come sono tangibili i fringe benefit aziendali per i lavoratori: il tetto dell’esenzione dalle tasse sarà portato da 600 a tremila euro, a novembre e dicembre. Il marchio del governo Meloni finisce qui.
Il resto del decreto Aiuti quater è un allungamento a fine dicembre della strategia adottata da Mario Draghi: rinnovo dei crediti d’imposta alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas, proroga dello sconto da 30 centesimi su un litro di benzina e diesel e del taglio dell’Iva al 5% sul metano. Il decreto può contare su 9,1 miliardi, ma il governo guarda già al 2023. È il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ad anticipare i contenuti della manovra durante l’audizione sulla Nadef alla Camera. «La politica di bilancio proseguirà nel solco degli interventi finora adottati», dice per spiegare che i 21 miliardi contro il caro energia andranno al rinnovo dei crediti d’imposta per le imprese e del taglio dell’Iva al 5%, ma anche alla riconferma di due misure decise da Draghi.
Sono il contenimento degli oneri di sistema, le voci fiscali che pesano sulle bollette, e il bonus sociale per le famiglie in disagio economico. Se la fetta più grande della manovra prende forma, quella più esigua, che tiene dentro le misure identitarie, è ancora abbozzata. La coperta è corta e per questo si proverà a recuperare risorse ridimensionando il superbonus e tagliando 1 miliardo al reddito di cittadinanza. Ma anche con interventi sulle cartelle fiscali. Mentre sempre in ambito fiscale, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo annuncia che sui Pos si faranno controlli, ma non le multe.
Servono almeno nove miliardi https://www.repubblica.it/per finanziare le misure per le pensioni, la flat tax e le spese indifferibili. La tassazione al 15% della flat tax avrà un’estensione limitata: la soglia dei ricavi e dei compensi su cui si applica l’aliquota sarà portata da 65 mila a 85 mila euro. Rispunta quella incrementale, spinta da Fratelli d’Italia, per i dipendenti, oltre che per le partite Iva e le piccole imprese. Si parte da una tassazione al 15% solo per la differenza, in aumento, tra i redditi dichiarati nell’ultimo anno e il più alto dichiarato nei tre anni precedenti.
La misura, però, non è ancora chiusa. Leo spiega che «si sta ancora valutando se considerare tre o quattro anni come base». Il tempo stringe. Giorgetti annuncia che il Documento programmatico di bilancio, lo scheletro della manovra, sarà presentato al massimo entro tre settimane. Nel conto vanno messe anche spese che sono lievitate. Quella per le pensioni. Un decreto firmato dal titolare del Tesoro sblocca un adeguamento del 7,3% a partire dal primo gennaio, ma l’ inflazione fa aumentare la spesa. Il totale al 2025 fa più di 50 miliardi.