BRUXELLES — Il Mes non può essere modificato. La doccia gelata sul governo italiano arriva da Bruxelles. Il Meccanismo europeo di Stabilità deve essere approvato così com’è. L’esecutivo e la maggioranza di Giorgia Meloni avevano chiesto delle correzioni. Ma si tratta ormai di un’intesa che ha fatto troppi passi avanti. Anche perché ormai l’Italia è rimasta l’unico Paese a non averlo ancora ratificato. Pure la Germania, dopo il via libera della sua Corte costituzionale, ha dato l’assenso. Oltre a noi, in realtà, manca pure la Croazia, che deve esprimere la sua preferenza. Deve farlo ora, però, solo perché è entrata nell’euro dal primo gennaio scorso.
Insomma, pensare a questo punto di rimettere in discussione una riforma varata da diverso tempo equivarrebbe a far saltare uno strumento che viene considerato fondamentale nelle situazioni di emergenza. Va infatti ricordato che il Mes consiste nell’evoluzione del famigerato Fondo Salva- Stati e venne introdotto nel 2012 dopo le crisi finanziarie del 2008-2009. Ora sono in discussione solo alcuni ritocchi. «Gli emendamenti alla riforma del Trattato del Mes — spiegano a Bruxelles in vista dell’Eurogruppo di lunedì prossimo — non saranno negoziati. Dovrà essere ratificato così com’è. Ovviamente continueremo la discussione su come sviluppare il Mes ma è una discussione che va avanti tutto il tempo e soprattutto partirà solo una volta che sarà completata la ratifica».
Nonostante le proteste italiane, Commissione e vertici dello stesso Mes sono convinti che il nostro Paese alla fine darà il suo voto favorevole. Il contrario, del resto, sarebbe difficile da digerire per i partner e isolerebbe l’Italia dentro l’Unione europea. «Il presidente dell’Eurogruppo — fanno allora notare — è stato a Roma lunedì scorso e ha avuto un incontro con il ministro Giancarlo Giorgetti. La discussione è stata costruttiva, siamo convinti che il Governo italiano avvierà il processo di ratifica che si concluderà in modo positivo». Durante la riunione dei ministri finanziari fissata per lunedì prossimo ci sarà un aggiornamento su questo punto. Tenendo presente che l’accordo sulla nuova versione del Mes era stata concordata oltre due anni fa da tutti gli esecutivi della zona euro.
Ma a cosa serve questo Meccanismo? Sostanzialmente ad aiutare quei Paesi che in caso di crisi finanziaria abbiano difficoltà a reperire risorse. La dotazione del Mes è di oltre 700 miliardi, di cui oltre 100 sono a carico del nostro Paese (al momento però ne sono stati versati solo 14). È evidente che sono previste delle condizioni per concedere gli aiuti. Ma non esiste una procedura automatica di ristrutturazione del debito come di tanto in tanto si lamentano gli esponenti della maggioranza e le verifiche sulla sostenibilità del debito vengono effettuate con «margini di discrezionalità sufficiente».
Anzi, come rileva la Banca d’Italia, «la riforma non prevede né annuncia un meccanismo automatico di ristrutturazione dei debiti sovrani». Inoltre la nuova versione attribuirebbe — quando ratificata da tutti i paesi membri — al Mes una nuova funzione, quella di fornire una rete di sicurezza finanziaria (backstop) al Fondo di risoluzione unico (Single Resolution Fund, Srf) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie.
Poi c’è il capitolo sanitario. Una delle modifiche introdotte concerne la possibilità di chiedere prestiti esclusivamente per interventi nel campo sanitario. L’unica condizione è proprio che questi soldi vanno spesi in questo settore. Per l’Italia si tratterebbe di 37 miliardi con un tasso di interesse molto basso, di certo inferiore a quello che bisogna applicare per finanziare il debito pubblico.
Insomma, secondo Bruxelles e anche secondo la Banca d’Italia, non esistono i rischi specifici relativi alla situazione del nostro Paese.