Il 7 dicembre il presidente Giani incontrerà il ministro Schillaci
di Michele Bocci Ernesto Ferrara
Prima battaglia più intensa e rumorosa possibile contro il governo. Poi, se le cose vanno male, si vedrà. Nel senso che si vedrà come e a chi mettere le tasse. Ieri il gruppo Pd in Regione ha incontrato il presidente Eugenio Giani, che vista la durata della riunione ha pure saltato un paio di conferenze stampa, cosa per lui piuttosto rara. C’era un tema molto importante da affrontare, quello del buco della sanità e del rischio che non arrivi il payback per i dispositivi per coprirlo. Come ormai noto, dopo i ricorsi delle aziende il Tar del Lazio ha sollevato una questione di legittimità costituzionale. Difficile che il governo decida di anticipare alle Regioni 3 miliardi ( i soldi per il 2022, sui quali verte il ricorso, e quelli del 2023). Probabilmente aspetterà la Consulta. In questo caso bisognerebbe decidere se mettere le tasse in Toscana entro dicembre.
Al gruppo Pd, i consiglieri hanno detto a Giani che va bene battersi per farsi dare i soldi. In fin dei conti sono previsti da una legge dello Stato e se anche fosse illegittima, impegna comunque il governo ad aiutare le amministrazioni locali che facevano conto su quei fondi. Se però non si spunterà niente da Roma, allora i democratici non hanno alcuna intenzione di far finire la Toscana in piano di rientro, cosa che farebbe crollare la sanità, un tempo fiore all’occhiello delle amministrazioni di sinistra. Per questo saranno tasse.
« Voglio essere scaramantico » ha detto ieri al gruppo del Pd Giani. Ma dietro il solito ottimismo stavolta il governatore non può che riconoscere che occorre prepararsi all’eventualità di un rialzo delle tasse. Il 7 dicembre incontrerà il ministro della Sanità Schillaci per chiedere il payback. Difficilmente troverà risposte, visto che la partita è in mano al Mef.
Giani ha detto ai consiglieri di maggioranza che almeno 102 milioni si potranno recuperare rimodulando i fondi del Fsc europeo destinato alla sanità e 60-70 si possono recuperare da tagli in bilancio. Il problema è se si potrà tenere di conto o no di almeno 200 milioni di payback, che vale circa 420 milioni in tutto e serve per uno sbilancio tendenziale che oggi è tra i 350 e i 400 milioni. Giani ci spera ma la percentuale di successo è bassa.
Non a caso il capogruppo dem Ceccarelli ieri in riunione dava per scontata la possibilità di un aumento delle tasse in senso progressivo per chi guadagna di più: il Pd schleiniano è persuaso della bontà di questa linea ma non lo sono i riformisti e soprattutto non lo è Italia Viva, che con Renzi ha messo il veto sulle tasse. L’Irpef è la leva più probabile. Ferma dal 2013. Un rialzo di 0,5 punti vale circa 50 milioni di euro se applicato a tutti i redditi sopra i 28 mila euro. Ma c’è il rischio di colpire troppo la fascia 50- 75 mila euro, la più numerosa. L’idea prevalente ad ora è colpire chi guadagna più di 75 mila euro. Ma c’è anche il ritocco di un’altra leva fiscale sul tavolo: il ticket per il pronto soccorso per i redditi alti, già oggi previsto ma quasi disapplicato. Una voce da cui si potrebbe recuperare qualche altro milione.