di Andrea Vivaldi
Avviso ai conducenti: prima di imboccare il raccordo autostradale Firenze- Siena assicurarsi che le frecce segnaletiche funzionino. Serviranno. Lungo quei 56 chilometri che collegano le due province toscane si entra più volte in un gioco di slalom: triangoli gialli di segnaletica lavori, qualche barriera jersey in cemento che sporge lungo la carreggiata, furgoni. Poi una sfilza, a volte lunga centinaia di metri, di piccoli segnalatori rossi che restringono la carreggiata a una sola corsia. Rendendola strettissima per suv e mezzi pesanti. Una strada degli anni Sessanta, già con problemi strutturali per larghezza, poca illuminazione e assenza di corsie di emergenza. E che è resa ancora più complicata dai cantieri che popolano l’arteria, nota ai più come Autopalio. I sindaci della zona sono da tempo in rivolta. La prefetta di Siena, Matilde Pirrera, nei giorni scorsi ha puntato il dito contro Anas, la società che gestisce il raccordo, definendo la strada « una gincana. Se le barriere centrali servono per la sicurezza – ha detto – bisogna dare la sicurezza di come si posizionano » . Cantieri « che trasformano la strada in un budello » attacca l’assessore di Siena alla mobilità.
Sui social sono nati gruppi per condividere le disavventure degli automobilisti. E sempre online è stata lanciata una petizione dei cittadini per chiedere un cambio di passo. Anche perché quella lingua di cemento è trafficata ogni giorno da migliaia di pendolari, autotrasportatori, d’estate è presa d’assalto anche dai turisti diretti in Maremma. E non basta ai viaggiatori lo sfondo delle colline del Chianti e Val d’Orcia per mantenere il buonumore. Ci sono spesso code, rallentamenti, incidenti ( uno di recente, con un morto e tre feriti). Imomenti critici si registrano la mattina presto e il tardo pomeriggio quando è abitudine, racconta chi vive l’Autopalio ogni giorno, procedere a bassi giri di motore per le tante macchine incolonnate. Veder spuntare nuovi cantieri da un mese all’altro causa spesso incertezze e destabilizza il traffico. Quello che si vede meno lungo la via sono operai in azione. Ieri mattina se ne contavano una decina in tutto il raccordo.
Il pomo della discordia negli ultimi mesi è stato il cantiere, di oltre 5 km, a Monteriggioni, che sta comportando di viaggiare a una sola corsia e in alcuni casi delle deviazioni. Qui ad esempio « non è possibile operare con più di tre persone per questioni di sicurezza » ha detto di recente un ingegnere responsabile di Anas. Nei giorni scorsi si è tenuto un vertice in Prefettura a Siena, con tutte le istituzioni riunite ( dalla Regione ai sindaci), ed è stato chiesto alla società stradale un’organizzazione diversa dei cantieri. Poi migliore segnaletica, più illuminazione e comunicare l’avanzamento delle attività con maggiore chiarezza. Anas, del Gruppo FS Italia, ha fatto sapere che il 4 novembre chiuderà i lavori proprio nel tratto di Monteriggioni. Il problema è che altri sono pronti a iniziare. Da qui al 2025 previsti almeno altri 8 interventi significativi tra strade e viadotti. Il tema è destinato quindi a durare ancora a lungo. Fino alla prossima primavera ci saranno, tra gli altri, la manutenzione del viadotto Cassia in zona Tavarnuzze e i lavori al viadotto Docciola. Proseguono interventi a sovrappassi e sottopassi, alle gallerie Fontececci e Acquecalda, pavimentazione. Presto ci sarà un nuovo vertice tra la prefettura di Siena e quella di Firenze per valutare poi con Anas un cronoprogramma deilavori. «Negli ultimi anni è stato avviato un ampio programma di investimenti per la manutenzione e la riqualificazione dell’infrastruttura – spiega la società, rimarcando l’importanza delle attività che porta avanti – interventi necessari per la percorribilità nei prossimi decenni. Riqualificare 56 chilometri significa necessariamente aprire numerosi cantieri con conseguente impatto sulla circolazione e inevitabili disagi».
Anas poi sottolinea l’investimento fatto: dal 2018 investiti 50 milioni, altri 30 nel prossimo biennio. Tra i sindaci però c’è malumore. «Questa strada è basata su parametri vecchi e ormai sottodimensionata – spiega David Bussagli, sindaco di Poggibonsi e presidente della Provincia di Siena – serve che il ministero dia delle risorse per un piano di ammodernamento definitivo, va adeguata agli attuali flussi di traffico: ci passano 30 mila veicoli al giorno » . Enrico Tucci, assessore alla mobilità di Siena, ha detto ieri in consiglio comunale: «Troviamo una eccessiva autoreferenzialità di Anas. Allestisce cantieri così pericolosi, in ragione della lunghezza, in una situazione di carreggiate di ridotte dimensioni, che trasformano la strada in un budello dove anche la minima distrazione può risultare fatale. Senza la dovuta informazione su tempi e modi e senza predisporre adeguata segnaletica » . Intanto su Change.org, 2.500 persone hanno firmato la petizione di Giacomo Bassi, Governatore della Misericordia di San Gimignano, che chiede « cantieri meno invasivi e lavori più veloci a doppio turno. Sono organizzati in modo pessimo e senza rispetto per la sicurezza degli automobilisti e dei mezzi di soccorso».