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4 Ottobre 2024Il caso Sospeso il contratto con l’azienda coinvolta nella manutenzione dello snodo di Roma. Ma ieri ancora due ore di ritardi causati da un “telone sui binari” tra Roma e Civitavecchia. Il tentativo di Salvini di rimuovere i problemi sistemici che rendono la rete ferroviaria una groviera
Il governo e i suoi adepti hanno trovato il capro espiatorio del caos ferroviario di due giorni fa. Si chiama Str92, è una ditta del frusinate specializzata in servizi topografici e ingegneristici. Ha ricevuto in appalto il compito della manutenzione del nodo di Roma. Lavora con grandi aziende. Il contratto tra Rete Ferroviaria Italiana è stato «sospeso».
«Non abbiamo nominato ancora alcun avvocato e non abbiamo preso alcuna decisione in merito alla sospensione del contratto con Rete ferroviaria italiana. Prima di ogni cosa vogliamo avere le idee chiare» ha detto Giuseppe Proia, amministratore di Str92.
La sospensione del contratto è l’atto conseguente alla richiesta avanzata dal vicepremier ministro dei trasporti Salvini: «Datemi nome, cognome, codice fiscale» del responsabile, ha detto. Ora, si vedrà cosa accadrà agli operai che saranno ritenuti responsabili do avere «piantato un chiodo in un cavo alle tre di notte» che ha causato un delirio ferroviario con treni tagliati e ritardi di 5 ore. Almeno questa è la versione ufficiale data da Salvini alla quale si sono accodati tutti per sottrarsi a un’analisi strutturale dei problemi di una rete ferroviaria che assomiglia sempre più a una groviera. Tanto più crescono gli investimenti miliardari, tanto più aumentano le interruzioni. Ieri, la dimostrazione più clamorosa di questa evidenza. è bastato un «telo sui binari» per creare un altro ritardo di due ore sulla linea Roma-Civitavecchia.
La tecnica del capro espiatorio, usata per sollevare Salvini e le aziende di Stato dalle responsabilità sulle esternalizzazioni della manutenzione, è stata denunciata ieri da tutti i sindacati. «Come spesso capita, Salvini trova una risposta semplice a problemi molto complessi, sentenzia che è colpa di un chiodo, e cerca di individuare, magari in un operaio che guadagna forse 1200 euro, le responsabilità che sono sistemiche» ha detto Pino Gesmundo della Cgil. «In questo modo si sono sgravati delle responsabilità che il committente di Rete Ferroviaria Italiana dovrebbe invece ricoprire, cioè il ministro» ha osservato Usb. Per Luigi Sbarra della Cisl il ministero dovrebbe «favorire una internalizzazione di molti servizi, alcuni delle quali molto importanti che negli anni sono stati esternalizzati. Bisogna accelerare le assunzioni e stabilizzare il precariato». Pierpaolo Bombardieri della Uil ha sfidato Salvini: «Anziché occuparti dell’operaio – ha detto – prova a occuparti delle gare al massimo ribasso che Rfi fa senza garantire la sicurezza, se hai il coraggio». Non ci sarà alcun coraggio, ora che è stato individuato il capro espiatorio e, presto, la vicenda sarà dimenticata. In attesa del prossimo caos.