La riforma, che per tutti i magistrati vuol dire asservimento di fatto del pm all’esecutivo, prevede, dunque, non più un unico concorso, ma uno per giudici e un per pubblici ministeri. Ci saranno anche due Csm e un maggiore controllo politico perché aumenterà il numero dei consiglieri laici eletti dal Parlamento (è tramontata l’idea della nomina da parte del governo). Ancora aperta una questione molto delicata, la presidenza dei due Csm: l’ipotesi prevalente è che sia sempre il presidente della Repubblica a presiederli, ma c’è chi spinge affinché siano i capi di Corte, il presidente della Cassazione, il Csm dei giudici e il Procuratore generale, il Csm dei pm. Incertezza anche sul sorteggio per l’elezione dei togati: o sorteggio “secco” ma ad alto rischio di costituzionalità o sorteggio “temperato”, ovvero l’elezione da parte dei magistrati di consiglieri tra quelli che saranno sorteggiati. Per quanto riguarda i processi disciplinari, l’orientamento è quello di istituire un’alta Corte. Un’idea mutuata dalla cosiddetta bozza Boato dei tempi della Bicamerale.
Contemporaneamente alla separazione delle carriere, il governo lavora anche alla fine dell’obbligatorietà dell’azione penale, che ha sempre sostenuto Nordio. Proprio il ministro della Giustizia appena pochi giorni fa aveva ribadito: “La separazione delle carriere è nel nostro programma, quindi è un obbligo assunto nei confronti degli elettori, ma non deve allarmare i magistrati.”
In realtà li allarma eccome e non solo la separazione. Proprio ieri, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, per presentare il congresso nazionale che si svolgerà a Palermo dal 10 maggio, ha chiesto “un confronto con Nordio per un contributo tecnico al provvedimento, almeno prima che diventi legge”. Per Santalucia c’è un possibile “totale stravolgimento dell’assetto costituzionale” perché “viste nell’insieme le riforme preoccupano”. E sull’ipotesi di togliere al capo dello Stato la presidenza del Csm, evoca tempi bui: “Ricordo una delle battaglie corporative della magistratura post fascista per avere la presidenza del Csm. Non vorremmo si facesse un passo indietro con una costruzione piramidale e gerarchica della magistratura”. Intanto, lunedì ci sarà un Consiglio dei ministri durante il quale il governo dovrebbe riuscire a presentare un decreto legge che ha il sapore di un contropiede al ddl Giachetti sulla liberazione anticipata per tutti i detenuti. Il governo non aumenterebbe lo sconto di pena per buona condotta a 60 giorni ogni semestre, come prevede il ddl Giachetti, lascerebbe cioè i canonici 45 giorni. Invece sta studiando un meccanismo per facilitare la scarcerazione togliendo ai giudici di sorveglianza la competenza della decisione sul beneficio.